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Scissione, causa e nuovo partito con Raggi e Di Battista: cosa farà Beppe Grillo dopo la “sfiducia” del M5s

beppe grillo virginia raggi alessandro di battista
beppe grillo virginia raggi alessandro di battista
Dopo la battuta su francescani e gesuiti l'ex garante prepara la battaglia. Vuole partire dall'Assemblea Costituente e arrivare in tribunale. E intanto c'è una nuova creatura dal battezzare

La parola chiave è scissione. Il progetto è quello di una causa legale per rivendicare nome e simbolo. E poi un nuovo Movimento 5 Stelle. Con Virginia Raggi, Alessandro Di Battista e Danilo Toninelli. Beppe Grillo, sfiduciato dall’Assemblea Costituente del Movimento 5 Stelle, non ha intenzione di mollare la sua creatura a Giuseppe Conte senza combattere. E dopo la battuta sui francescani diventati gesuiti si prepara a dare battaglia. Intanto ricordando il detto «falso come un gesuita», che i suoi vorrebbero appioppare all’ormai ex Avvocato del Popolo. Mentre sarebbe in preparazione un video per annunciare la nuova discesa in campo. E soprattutto la guerra legale. Che potrebbe cominciare proprio con una richiesta all’Assemblea. Quella di chiedere un nuovo voto sulle regole statutarie. Per la quale il Garante ha cinque giorni di tempo.

La guerra legale

Il fondatore sta valutando. Chiedere la ripetizione del voto fa parte proprio delle prerogative da Garante che nel frattempo gli sono state tolte proprio con quel voto. Ma soprattutto, la sua paura è che l’esito sia lo stesso. C’è chi invece spera che i 15 mila iscritti pro garante si tirino fuori dalle votazioni successive. Per far cadere il quorum raggiunto. La parte più interessante è il tempo. Ovvero che un’eventuale nuova votazione dovrebbe avere cinque giorni per la richiesta e 13 tra preavviso per la macchina organizzativa e per gli iscritti. Si tratta di un tempo che metterebbe i bastoni tra le ruote a Conte. E che rappresenterebbe appunto solo il primo tempo di una partita da giocare nelle aule dei tribunali. La via della guerra legale sarebbe comunque complicata e costosa. E questo è uno dei motivi per i quali Grillo è titubante. Mentre far partire un altro movimento senza Gianroberto Casaleggio appare complicato.

La nuova creatura

L’ipotesi di una nuova creatura politica si fa sempre più concreta. A renderla viva sono anche i contiani. Che parlano di una discesa a Roma di Grillo alla vigilia di Nova, con discesa in un hotel a Roma Nord invece che in quello classico ai Fori Imperiali. Non a caso dove in zona abitava Di Battista. Che giorni fa sarebbe stato visto in un bar a Ponte Milvio con una storica collaboratrice di Grillo, secondo quanto racconta oggi Repubblica. Paola Taverna in un’intervista a La Stampa intanto ha un messaggio per i 35 mila iscritti che non hanno votato e per chi ha contestato pubblicamente: «Su 89 mila iscritti, più del 60% ha partecipato attivamente. L’invito a chi ha scelto di non farlo è di tornare a dare il proprio contributo. A chi invece si è trovato in minoranza o ha contestato dico che la democrazia va rispettata».

I parlamentari devono iniziare a tremare

Intanto, anche se dal fronte di Grillo la consegna è il silenzio, parla l’ex senatore torinese M5s Alberto Airola. «Devono tremare perché ci ricandidiamo», è la presentazione quando diventa ufficiale l’abolizione del limite dei due mandati. Che «funzionava per un movimento anti-sistema come quello che siamo stati, non per un partito che vuole governare». E sulla questione Grillo è caustico: «C’è stato un processo democratico e io mi fido di Giuseppe Conte. Il Movimento appartiene a tutti, non è un pallone che si porta via. Ora dobbiamo tornare a stare in mezzo alle persone e recuperare la dimensione di comunità che abbiamo vissuto durante l’assemblea».

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