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La sorella di Giulia Tramontano e l’Italia che ha paura delle donne: «Solo gli uomini hanno l’ultima parola»

chiara tramontano giulia tramontano
chiara tramontano giulia tramontano
Chiara parla nel giorno della sentenza per Impagnatiello: «Per il fatto di essere una donna, devo cercare di correre più veloce di un uomo per raggiungere la sua stessa posizione»

Chiara Tramontano è la sorella di Giulia, uccisa da Alessandro Impagnatiello che oggi attende la sua sentenza. Oggi la ricorda in un’intervista a Rosario Di Raimondo per Repubblica: «Era una donna coraggiosa, che ha cercato la verità a costo della morte. La sentenza di oggi per noi non rappresenta niente, perché la nostra vita è finita tempo fa. Ma il verdetto potrebbe essere importante per le nuove generazioni e per l’Italia intera. Un Paese ancora pervaso dal maschilismo, che ha paura delle donne». Oggi, dice, lei combatte due battaglie: «La prima è quella di essere la sorella di una donna vittima di femminicidio, quindi il dover sopportare tutto il dolore che questo ha provocato a me e alla mia famiglia. La seconda è che, solo per il fatto di essere una donna, devo cercare di correre più veloce di un uomo per raggiungere la sua stessa posizione. Per combattere quindi il maschilismo che purtroppo pervade il nostro Paese».

Un paese che ha paura delle donne

Secondo Chiara Tramontano l’Italia è un paese che ha paura delle donne: «Il motivo? Credo che, laddove ci sia una persona indipendente, forte e determinata, invece che esaltarla ne siamo spaventati. Siamo abituati da sempre a un Paese guidato da uomini in cui soltanto gli uomini hanno l’ultima parola. Il fatto che una donna possa dimostrarsi alla pari di un uomo è una bomba che potrebbe esplodere da un momento all’altro. E poi una mentalità che purtroppo abbiamo, e che hanno soprattutto gli uomini, è questa: se una donna è determinata, diventa una persona alla quale bisogna porre dei limiti». Della vicenda che ha vissuto le fa più rabbia «forse il modo con cui siamo venuti a conoscenza di molte notizie relative alla morte di mia sorella: dall’autopsia al fatto che molto spesso la sua immagine e la sua storia sono state utilizzate per fare notizia».

La vita finita

E conclude: «La nostra vita è finita tempo fa. Il verdetto di oggi potrebbe essere più importante per l’Italia intera, per le nuove generazioni, più che per la mia famiglia. Per noi non cambierà mai niente, è per chi vivrà nel nostro Paese nei prossimi anni che qualcosa potrebbe cambiare. Anche se ne dubito, perché si dovrebbe agire prima che una donna venga uccisa, non dopo». Mentre sua sorella «penso che abbia lasciato l’immagine di una donna coraggiosa, che ha cercato la sua verità a costo della morte (prima di essere uccisa, ha incontrato la compagna parallela di Impagnatiello, smascherando definitivamente la sua doppia vita, ndr ). Tutto questo lo ha fatto per proteggere la sua dignità, suo figlio, e per poter ricominciare la sua vita. Quello che dovrebbero fare tutte le donne».

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