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Alessandro Impagnatiello condannato all’ergastolo per il femminicidio di Giulia Tramontano. La famiglia: «Non è una vendetta»

25 Novembre 2024 - 12:46 Antonio Di Noto
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Impagniatiello è stato giudicato colpevole di omicidio volontario aggravato di Giulia Tramontano, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere. Dovrà risarcire 700 mila euro alla famiglia Tramontano

Alessandro Impagnatiello è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Milano. Il verdetto è stato emesso il 25 novembre, nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Impagnatiello è stato giudicato colpevole di aver ucciso la fidanzata Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, il 27 maggio 2023. L’ex barman aveva confessato il femminicidio. Accogliendo le richieste della procura, la corte ha giudicato Impagnatiello colpevole di omicidio volontario pluriaggravato, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere. Il killer di Giulia Tramontano, già detenuto dal giugno 2023, dovrà scontare tre mesi di isolamento diurno. Alla notizia della condanna, tutti i familiari della vittima sono scoppiati in lacrime. Franco, padre di Tramontano, e i fratelli, Chiara e Mario, si sono stretti intorno alla madre Loredana Femiano.

Le aggravanti e il risarcimento da 700 mila euro

I giudici non hanno riconosciuto alcuna attenuante. Tra le aggravanti è stata esclusa solo quella dei futili motivi. Rimaste invece quelle della premeditazione, della crudeltà e del rapporto di convivenza. La Corte ha anche riconosciuto il concorso tra l’omicidio, l’occultamento di cadavere e l’interruzione di gravidanza non consensuale. Per questi ultimi due reati sono stati applicati oltre all’ergastolo altri 7 anni di reclusione. Impagnatiello, che è rimasto impassibile durante la lettura della sentenza, dovrà risarcire 700 mila euro alla famiglia Tramontano: 200 mila euro a testa al padre e alla madre, e 150 mila euro a testa ai fratelli.

Le richieste della procura

La procura aveva chiesto per lui la condanna all’ergastolo con 18 mesi di isolamento diurno. Il padre della donna si era augurato che fosse questa la sentenza. Il verdetto era previsto in arrivo intorno alle 12.30. La Corte, presieduta dalla giudice Antonella Bertoja, aveva fatto sapere che il giudizio sarebbe stato reso pubblico dopo circa due ore di camera di consiglio. In aula, i funzionari del tribunale hanno portato un sacchetto con una pianta di rose bianche, dedicata a Giulia e al piccolo Thiago, il bambino che portava in grembo. «Un pensiero per lei e il suo bimbo mai nato», hanno spiegato.

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ANSA/MATTEO CORNER | I genitori di Giulia Tramontano, Loredana e Franco, all’udienza del processo Impagnatiello per l’omicidio di Giulia Tramontano, Milano, 11 Novembre 2024

Il femminicidio di Giulia Tramontano

La tragedia ha sconvolto l’Italia, alimentando un dibattito sulla violenza contro le donne. Giulia Tramontano, 29 anni, è stata uccisa con 37 coltellate nella casa di Senago, nel Milanese. Quel giorno, i due si erano visti in seguito a un incontro di Tramontano con la donna con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela. La 29enne voleva confrontarsi con Impagnatiello sul tradimento. Secondo quanto emerso dalle indagini, Impagnatiello ha tentato di bruciare il corpo per due volte. Non riuscendoci, lo ha poi nascosto nei pressi dalla sua abitazione. Dall’inchiesta è emerso anche un tentativo di avvelenamento protratto per mesi somministrando a Tramontano un topicida.

I genitori: «Con Giulia abbiamo perso la nostra vita»

«Non abbiamo mai parlato di vendetta, non esiste vendetta. Abbiamo perso una figlia, un nipote, abbiamo perso la nostra vita. Io non sono più una mamma, mio marito non è più un papà, i nostri figli saranno segnati a vita da questo dolore». Sono queste le parole della mamma di Giulia Tramontano, Loredana Femiano, dopo la sentenza. «Quello che abbiamo perso – ha aggiunto il padre Franco – non lo riavremo mai. Oggi non abbiamo vinto, abbiamo perso in tutto».

Chiara Tramontano: «Giulia era un’anima gentile in un mondo violento»

«Questo caos che lei ha creato è l’opposto di quello che avrebbe voluto. Lei entrava in punta di piedi nella vita delle persone. Lei era rara: anche nel momento in cui il suo cuore era distrutto ha pensato a un’altra donna che poteva aver vissuto la stessa situazione», ha dichiarato Chiara Tramontano, sorella di Giulia, dopo la sentenza. «Era presente, ma mai rumorosa. Era silenziosa. Quando sei così sensibile in questo mondo violento, sei la preda per il leone. Giulia è tutto questo, un’anima gentile», ha aggiunto.

«Gli uomini hanno paura delle donne»

Prima della sentenza, i familiari di Giulia Tramontano, presenti in aula, hanno condiviso messaggi carichi di dolore. La madre, Loredana Femiano, ha postato una spilla con la foto della figlia e un nastro rosso, simbolo della lotta contro la violenza. La sorella Chiara, in un’intervista a Repubblica pubblicata oggi, ha lanciato un messaggio di speranza: «Giulia era una donna coraggiosa, che ha cercato la verità a costo della morte. La sentenza di oggi per noi non rappresenta niente, perché la nostra vita è finita tempo fa. Ma il verdetto potrebbe essere importante per le nuove generazioni e per l’Italia intera. Un Paese ancora pervaso dal maschilismo, che ha paura delle donne». «Il fatto che una donna possa dimostrarsi alla pari di un uomo è una bomba che potrebbe esplodere da un momento all’altro. Se una donna è determinata, diventa una persona alla quale bisogna porre dei limiti», ha aggiunto Chiara Tramontano.

ANSA/MATTEO CORNER | La spilla con l’immagine dio Giulia all’udienza processo Impagnatiello per l’omicidio di Giulia Tramontano, Milano 11 Novembre 2024

In copertina: ANSA/MATTEO CORNER | L’imputato Alessandro Impagnatiello alla lettura della sentenza del processo, Milano 25 Novembre 2024


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