Filippo Turetta in aula per la terza udienza del processo: il pm chiede l’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin
Condanna all’ergastolo per Filippo Turetta, questa la richiesta del pm di Venezia Andrea Petroni. Con una memoria scritta e in due ore e mezza di requisitoria – con il 23enne reo confesso dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin presente in aula in Corte d’Assise – l’accusa ha ripercorso passo per passo tutta la cronologia dei fatti. Petroni si è soprattutto soffermato sul fatto che più volte Turetta abbia avuto la possibilità di raccontare la verità ma non lo abbia fatto. E che l’educazione con cui era stato cresciuto era completamente estranea all’idea di un tale delitto. Per il giovane, ha poi aggiunto, nonostante la richiesta di carcere a vita ci sarà la possibilità di un’attenuazione futura della pena.Su Turetta pendono accuse gravissime: omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dall’efferatezza, oltre a stalking, sequestro di persona, occultamento di cadavere e porto d’armi continuato. Previsti anche gli interventi degli avvocati dei familiari della vittima: il padre Gino, i fratelli Elena e Davide, la nonna e lo zio, parti civili nel processo.
L’assenza di Gino Cecchettin
Il processo, accelerato grazie alla scelta del rito abbreviato, non vedrà la propria conclusione oggi, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Questa avverrà probabilmente il 3 dicembre, quando sarà pronunciata la sentenza dopo l’arringa della difesa. Filippo Turetta era già comparso davanti ai giudici il 28 ottobre scorso per l’interrogatorio. All’udienza odierna non è presente per la prima volta il padre di Giulia, Gino Cecchettin, che aveva partecipato alla seconda udienza incontrando per la prima volta Turetta a un anno dal delitto e in questi mesi si è fatto portavoce del dolore della famiglia e della necessità di combattere le violenza nei confronti delle donne.