L’ultima scommessa degli Usa di Biden: «Così la tregua in Libano può portare al cessate il fuoco anche a Gaza»
Da Fiuggi – È fatta, dunque. Israele ed Hezbollah cessano il fuoco in Libano, per lo meno per un periodo di 60 giorni. Lo ha annunciato ufficialmente stasera Benjamin Netanyahu. Un primo risultato diplomatico dopo un forcing ininterrotto delle potenze mondiali da oltre un anno per spegnere il grande incendio in Medio Oriente. E che arriva proprio nel periodo di transizione tra le due Americhe: quella di Joe Biden, che si appresta a lasciare la Casa Bianca, e quella di Donald Trump, che scalpita per rientrarvi. A chi va il merito? Il sì delle parti all’intesa arriva quando Antony Blinken, segretario di Stato Usa uscente, è a Fiuggi per l’ultimo G7 a guida italiana. È lui l’uomo che ha trottato ininterrottamente per il Medio Oriente per conto di Joe Biden da oltre un anno a questa parte. Ed è lui, dunque, a voler dare la prima interpretazione dell’accordo: «Quest’accordo farà una grande differenza, metterà fine al lancio di missili nelle due direzioni, salverà vita e consentirà finalmente di rientrare nelle loro case agli israeliani del Nord così come ai libanesi del sud». Ma c’è di più, secondo Blinken, perché l’intesa, è la sua scommessa «abbasserà le tensioni nell’area e ci può aiutare così a mettere fine anche al conflitto a Gaza».
La pressione su Hamas e il piano per il dopoguerra a Gaza
Nelle scorse settimane, emersa la prospettiva di un accordo sul fronte nord, diversi analisti hanno ipotizzato che Netanyahu potesse concedere un primo concreto risultato all’amico ritrovato Trump – che freme per “vendere” alla sua opinione pubblica lo stop alle guerre – in cambio di mano libera sul fronte sud, ossia quello di Gaza. Blinken la vede diversamente, e nella conferenza stampa del suo ultimo G7 spiega perché: «Fin dal primo giorno (dal 7 ottobre, ndr) Hamas ha cercato di unire i fronti. Questa speranza è una delle ragioni per cui si è sempre tirata indietro dagli sforzi per mettere fine alla guerra. Ora vede chiaramente che ciò non può più accadere: può avere nuovi incentivi a terminare il conflitto». Resta ovviamente il grande punto interrogativo sulle valutazioni dell’altro partner necessario per siglare un cessate il fuoco anche a Gaza: Israele. Ma anche su questo Blinken tira dritto e assicura che la Casa Bianca «sta lavorando senza sosta» per riportare a casa gli ostaggi e mettere fine alla crisi umanitaria per i civili di Gaza. La chiave, per gli Usa di Biden, è e resta la costruzione di «un piano chiaro per il dopoguerra», su cui Blinken non elabora pur assicurando di essere alacremente al lavoro su questo. Con Israele e i partner regionali, ma anche, assicura, con la prossima amministrazione Usa, quella che sarà guidata da Donald Trump. «Ho avuto un’ottima conversazione col mio successore designato Marco Rubio e non vedo l’ora di incontrarlo. Lavoriamo insieme per portare pace e sicurezza», annuncia qusi entusiasta. A breve il destino delle guerre passerà nelle sue mani. Ma almeno Blinken può dare l’addio al Dipartimento di Stato con un risultato: «Abbiamo assicurato che non si aprissero altri fronti in Medio Oriente, anzi uno se ne chiude: risparmieremo vite umane, sangue, pericoli. Nonostante tutte le difficoltà, almeno in questo siamo riusciti».
In copertina: Il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il segretario di Stato Usa Antony Blinken alla riunione dei ministri degli Esteri del G7 ad Anagni – 25 novembre 2024 (ANSA/VINCENZO LIVIERI)