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Alberto Matano e l’amore con una donna prima dell’incontro con il marito: «È stato totalizzante»

26 Novembre 2024 - 06:15 Alba Romano
alberto matano amore donna marito
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Il conduttore ha scritto un libro con tratti autobiografici. E oggi racconta di quando era uno studente di Catanzaro

Alberto Matano, conduttore de La Vita in Diretta e giudice di Ballando con le stelle, ha scritto il romanzo Vitamia, dove racconta amori etero ed omosessuali con tratti autobiografici. E oggi con il Corriere della Sera dice che la scena del matrimonio della co-protagonista Giulia ha un tratto in comune con il suo all’avvocato Riccardo Mannino. Ovvero «l’Alleluja di Jeff Buckley, che ho voluto al momento del nostro arrivo all’altare. Ricordo quando io e Riccardo ci siamo guardati prima di attraversare la folla degli invitati. E quell’abbraccio forte dopo il sì». Nel romanzo Rocco è un giovane del Sud che arriva a Roma per studiare, si innamora di una donna e poi scopre la sua omosessualità.

Uno studente di Catanzaro

«Scrivendo ho capito che non esiste un romanzo dove l’autore non mette qualcosa di sé. Ci sono suggestioni che mi appartengono: l’essere stato uno studente di Catanzaro, le paure. Ma poi il libro è andato per la sua strada», dice Matano ad Aldo Cazzullo e Michela Proietti. Matano dice che il suo «è il libro di un cinquantenne che ha vissuto la propria vita pienamente, senza cupezza e rimpianto». Poi racconta il grande amore per una donna: «Certo, ho amato anche io la mia Giulia, negli anni subito dopo l’Università, un amore totalizzante, poi ho vissuto la stessa intensità anche verso un uomo. L’amore che vivi a 20 anni ti travolge, magari finisce ma sai che ti ha cambiato e continua a vivere anche nell’assenza. Anche io ho avuto un grande amore giovanile, poi con la maturità abbracci tutto con armonia. I sentimenti grandi vanno ricuciti».

I diritti

Matano dice anche che «lottare per i diritti sociali in fondo è lottare anche per i diritti civili. E non capirò mai perché il riconoscimento dei diritti negati a qualcuno sia un problema per chi quei diritti già li ha. Mi sono interrogato spesso vedendo le barricate di chi era contro le unioni civili: in cosa ne potevano essere lesi? Oggi sono orgoglioso di essermi sposato nel mio Paese; vent’anni fa non sarebbe stato possibile». E spiega che ci sono molte scene di sesso nel suo libro: «Mi sono interrogato su questo aspetto e ho deciso che volevo parlare di vita vera. Amare significa anche fare l’amore». L’incontro con il marrito invece è stato «un colpo di fulmine. È entrato nel ristorante dove ero con alcuni amici e l’ho notato. Quando l’ho incrociato di nuovo in palestra ho fatto il primo passo. Era sul tapis roulant e gli ho detto: “ma quanto corri…”».

Il matrimonio con Mara Venier

Mara Venier ha officiato il loro matrimonio: «Sì, eravamo al ristorante e lei ha lanciato la provocazione. Riccardo ha aperto l’agenda e ha segnato la data. Quando ci ha sposati eravamo tutti con gli occhi lucidi». Mentre da giovane ha subito bullismo: «Sì, ero più piccolo di statura dei miei coetanei, venivo escluso. Ma anche allora non mi arrendevo: trovavo il modo di imbucarmi e anche di fidanzarmi. Non mi sono mai sentito un nerd». Infine: «Sono diventato romano, ma il calabrese lo parlo». E per provarlo dice «una frase di mia nonna: ”Vai chi megghiu toi e facci i spisi”, frequenta le persone migliori di te, e pagane il conto».

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