Alberto Matano e l’amore con una donna prima dell’incontro con il marito: «È stato totalizzante»
Alberto Matano, conduttore de La Vita in Diretta e giudice di Ballando con le stelle, ha scritto il romanzo Vitamia, dove racconta amori etero ed omosessuali con tratti autobiografici. E oggi con il Corriere della Sera dice che la scena del matrimonio della co-protagonista Giulia ha un tratto in comune con il suo sì all’avvocato Riccardo Mannino. Ovvero «l’Alleluja di Jeff Buckley, che ho voluto al momento del nostro arrivo all’altare. Ricordo quando io e Riccardo ci siamo guardati prima di attraversare la folla degli invitati. E quell’abbraccio forte dopo il sì». Nel romanzo Rocco è un giovane del Sud che arriva a Roma per studiare, si innamora di una donna e poi scopre la sua omosessualità.
Uno studente di Catanzaro
«Scrivendo ho capito che non esiste un romanzo dove l’autore non mette qualcosa di sé. Ci sono suggestioni che mi appartengono: l’essere stato uno studente di Catanzaro, le paure. Ma poi il libro è andato per la sua strada», dice Matano ad Aldo Cazzullo e Michela Proietti. Matano dice che il suo «è il libro di un cinquantenne che ha vissuto la propria vita pienamente, senza cupezza e rimpianto». Poi racconta il grande amore per una donna: «Certo, ho amato anche io la mia Giulia, negli anni subito dopo l’Università, un amore totalizzante, poi ho vissuto la stessa intensità anche verso un uomo. L’amore che vivi a 20 anni ti travolge, magari finisce ma sai che ti ha cambiato e continua a vivere anche nell’assenza. Anche io ho avuto un grande amore giovanile, poi con la maturità abbracci tutto con armonia. I sentimenti grandi vanno ricuciti».
I diritti
Matano dice anche che «lottare per i diritti sociali in fondo è lottare anche per i diritti civili. E non capirò mai perché il riconoscimento dei diritti negati a qualcuno sia un problema per chi quei diritti già li ha. Mi sono interrogato spesso vedendo le barricate di chi era contro le unioni civili: in cosa ne potevano essere lesi? Oggi sono orgoglioso di essermi sposato nel mio Paese; vent’anni fa non sarebbe stato possibile». E spiega che ci sono molte scene di sesso nel suo libro: «Mi sono interrogato su questo aspetto e ho deciso che volevo parlare di vita vera. Amare significa anche fare l’amore». L’incontro con il marrito invece è stato «un colpo di fulmine. È entrato nel ristorante dove ero con alcuni amici e l’ho notato. Quando l’ho incrociato di nuovo in palestra ho fatto il primo passo. Era sul tapis roulant e gli ho detto: “ma quanto corri…”».
Il matrimonio con Mara Venier
Mara Venier ha officiato il loro matrimonio: «Sì, eravamo al ristorante e lei ha lanciato la provocazione. Riccardo ha aperto l’agenda e ha segnato la data. Quando ci ha sposati eravamo tutti con gli occhi lucidi». Mentre da giovane ha subito bullismo: «Sì, ero più piccolo di statura dei miei coetanei, venivo escluso. Ma anche allora non mi arrendevo: trovavo il modo di imbucarmi e anche di fidanzarmi. Non mi sono mai sentito un nerd». Infine: «Sono diventato romano, ma il calabrese lo parlo». E per provarlo dice «una frase di mia nonna: ”Vai chi megghiu toi e facci i spisi”, frequenta le persone migliori di te, e pagane il conto».