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Il caso dei 12 brasiliani che chiedono la cittadinanza italiana senza essere mai stati qui. Il giudice (che rinviò il decreto Paesi sicuri) solleva la questione di legittimità costituzionale

26 Novembre 2024 - 22:43 Alba Romano
brasiliani cittadinanza italiana marco gattuso giudice
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Per il giudice Marco Gattuso, «la norma era nata in sostegno agli italiani all'estero in un'epoca che non conosceva la facilità di trasporti»

A Bologna è nato un caso intorno a dodici cittadini brasiliani hanno richiesto la cittadinanza italiana. Sono discendenti di una donna italiana nata nel 1874 in provincia di Bologna e trasferitasi in Brasile, dove ha vissuto fino alla morte a 102 anni nel 1976. Tuttavia, nessuno dei dodici brasiliani ha mai vissuto in Italia, né vi si è recato da turista. I richiedenti non conoscono nemmeno l’Italiano, ad eccezione di una donna che ha comunicato con il proprio avvocato via email nella lingua di Dante. La vicenda è emersa nel corso di un procedimento davanti al tribunale di Bologna, sezione immigrazione, dove il giudice Marco Gattuso ha sollevato una questione di legittimità costituzionale sulla normativa che consente il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis «senza limiti temporali».

I 12 brasiliani che chiedono la cittadinanza italiana «per ragioni affettive»

Secondo quanto dichiarato dal difensore dei richiedenti, i dodici cercano il riconoscimento della cittadinanza per «ragioni affettive e per la possibilità di trasferirsi in Italia per lavoro o studio». Tuttavia, il giudice Gattuso – lo stesso che negli scorsi giorni ha rinviato alla Corte Ue il decreto Paesi sicuri – ha osservato come l’Italia rappresenti uno dei pochi Paesi al mondo a non prevedere limiti per il riconoscimento della cittadinanza ai discendenti di emigrati, una scelta politica legata storicamente al sostegno delle comunità italiane all’estero. Infatti, ha argomentato Gattuso, «la norma era nata in sostegno agli italiani all’estero che hanno animato le forze politiche in un’epoca che non conosceva la facilità di trasporti e di comunicazione anche digitale dell’era attuale».

Gli uffici sommersi da richieste di cittadinanza

Ed è proprio da questa velocità nelle comunicazioni che secondo il giudice si deve partire per ripensare come i discendenti possono ottenere la cittadinanza italiana. Infatti, «la facilità di comunicazione grazie alla rete consente oggi a tale amplissima platea di accedere effettivamente a mezzi idonei per ottenere l’accertamento dello status, anche sulla spinta delle reiterate e gravissime crisi economiche che hanno investito molti dei paesi d’origine». In effetti, negli ultimi mesi queste richieste sono aumentate a dismisura, soprattutto verso i territori da cui molti sono partiti negli scorsi secoli. Uno di questi è il Veneto, dove gli uffici sono tanto ingolfati che il presidente Luca Zaia ha chiesto di rivedere la norma a cui si appellano soprattutto cittadini argenti e brasiliani.

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