Decreto Fiscale, la mossa: 2 per mille ai partiti anche senza la preferenza del contribuente. Così raddoppia il finanziamento pubblico
Dal 2 allo 0,2 per mille, raddoppiando in questo modo i finanziamenti ricevuti dai partiti. È uno degli emendamenti del decreto Fiscale proposti dal governo e che sarà messa ai voti in commissione Bilancio in Senato. Tutto parte da Pd e Avs, che avevano chiesto di innalzare il tetto massimo dei finanziamenti da 25,1 a 28 milioni di euro annui. Il testo che verrà presentato, invece, attua una modifica radicale al meccanismo di assegnazione dei fondi alle forze politiche. “Ispirandosi” all’8 per mille, la maggioranza propone uno scatto dalle quote optate a tutte le quote dell’Irpef. Se prima nelle casse dei partiti passava il 2 per mille solo dei contribuenti che esplicitavano il partito di destinazione (il resto era destinato alle casse dell’erario), ora gli schieramenti si spartirebbero lo 0,2 per mille dell’Irpef totale. In poche parole, che lo si voglia o no, una minima quota finirà nelle mani dei partiti. Nei casi di quota «inoptata», quindi senza la chiara dichiarazione del destinatario, la cifra sarà suddivisa in proporzione ai partiti in base alle scelte fatte dai contribuenti.
Un premio per i partiti “più grandi”
Il cambio di paradigma comporta, ovviamente, anche un aumento del tetto massimo dei fondi: passeranno da 25,1 milioni a 42,3 milioni a decorrere dall’anno 2025. Di fatto, quasi il doppio rispetto ad adesso. Il meccanismo proporzionale premia, come sottolinea Repubblica, i partiti più grandi. Il Pd, ad esempio, lo scorso anno ha ricevuto il 30,45% delle preferenze. Mantenendo queste cifre, nel 2025 il partito di Elly Schlein passerebbe da 8,1 milioni a 12 milioni di finanziamento. E così, di seguito, Fratelli d’Italia guadagnerebbe 4 milioni (in più rispetto ai 4,8 del 2024), Movimento 5 Stelle andrebbe da 1,8 a 4 milioni e Lega da 1,1 a 2 milioni. Penalizzati, invece, i partiti che in fase di 2 per mille non hanno ricevuto e tendono a non ricevere gli sguardi dei contribuenti.
Partite Iva: secondo acconto posticipato e rateizzato
Un altro emendamento al decreto Fiscale è in fase di studio. Questa volta, presentato dalla Lega, riguarda le partite Iva con ricavi non superiori ai 170mila euro annui. Nello specifico, il Carroccio vorrebbe far slittare la scadenza per pagare il secondo acconto delle imposte dal 2 dicembre al 16 gennaio. In genere il secondo acconto delle imposte sui redditi andrebbe pagato entro il 30 novembre. Quest’anno, essendo sabato, la scadenza è stata spostata a lunedì 2 dicembre. Non solo. Il partito di Matteo Salvini vorrebbe anche inserire la possibilità di rateizzare l’importo in cinque quote mensili di pari importo, distribuite fino al maggio 2025. «Consente una maggiore flessibilità nella pianificazione delle spese fiscali per i lavoratori autonomi», ha spiegato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Una proposta non nuova, essendo già stata adottata dodici mesi fa con l’adesione di 276mila titolari di partita Iva.