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Fiorella Mannoia: «Le elezioni Usa ci dicono che i cantanti non spostano voti. La sinistra barcolla, ecco perché i fascisti avanzano»

26 Novembre 2024 - 07:44 Alba Romano
fiorella mannoia disobbedire
fiorella mannoia disobbedire
La cantante e il nuovo album Disobbedire: abbiamo perso l'identità avvicinandoci al centro

Fiorella Mannoia presenta il suo nuovo album Disobbedire. Che presenta canzoni come Dalla parte del torto con Piero Pelù, La storia non si deve ripetere con Francesca Michielin e Federica Abbate, Domani è primavera in duetto con Michele Bravi. E oggi in una serie di interviste al Corriere dela Sera e al Fatto la cantante spiega che le elezioni americane «ci hanno confermato una cosa. Quando un artista, pur famosissimo, sale sul palco di un politico e ne sostiene la causa, non sposta un voto». E quindi: «La gente non sceglie i candidati perché un cantante li appoggia. In un momento di crisi e disagio come questo non è che i cittadini si fidano di una che fa il mio mestiere solo perché si affaccia a un comizio».

Prendere posizione

Lei, invece, prende posizione con il suo lavoro: «Un mese fa ho organizzato il concerto al Forum di Assago per raccogliere fondi per Medici Senza Frontiere, Emergency, la catastrofe umanitaria di Gaza. Questo è il nostro impegno politico». Mentre «questa sinistra barcolla, ecco perché i fascisti avanzano. Dobbiamo fare una riflessione seria, abbiamo perso l’identità avvicinandoci a questo cavolo di centro». E dice di odiare la parola “moderati”: «Riprendiamoci i nostri valori, combattiamo per ciò in cui abbiamo creduto. Di guerra non parla nessuno, mi aspetterei che qualcuno prendesse posizione». L’obbedienza, spiega, «la dobbiamo solo alla nostra coscienza. Quando ci dicono qualcosa che sentiamo come un’ingiustizia, un’imposizione, disobbedire diventa un dovere. Da giovani pensavamo che una rivoluzione fosse praticabile. Mai avremmo pensato a un mondo ridotto così, tra guerre a un passo da noi e le donne braccate dall’orrore.

L’autotune

Il marito Carlo Di Francesco, 26 anni più giovane, è il produttore dell’album ed è stata sua l’idea di usare un po’ di autotune in un brano: «Carlo è moderno, la vecchia sono io. Ma l’autotune non mi serve per intonare, almeno quello spero di averlo dimostrato». Mannoia racconta di seguire con attenzione i giovani artisti, pur ammettendo che «alcuni li capisco e mi piacciono, altri, sono sincera, non li capisco». Un altro fronte per cui lavora è quello contro la violenza di genere, con la fondazione Una Nessuna Centomila che anche nel 2025 organizzerà un grande concerto «questa volta nel sud Italia», anticipa: «I centri anti-violenza vanno aiutati. La politica non lo fa, né prima né adesso. Possiamo stare qui a parlare di patriarcato, se ci sia o non ci sia, ma intanto ogni due giorni ammazzano una donna. Dobbiamo affrontare l’emergenza».

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