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Il discorso della consigliera comunale Francesca Ghio: «Violentata a 12 anni da un “bravo ragazzo” della Genova bene» – Il video

26 Novembre 2024 - 17:46 Stefania Carboni
Le parole in aula: «A quell'età nemmeno sapevo come fosse una denuncia. Per un pezzo di vita mi sono rassegnata, fino a credere che me lo ero meritata»

«Avevo 12 anni, vivevo nel cuore della Genova bene, quando sono stata violentata fisicamente e psicologicamente tra le mura di casa mia». Con queste parole è iniziato l’intervento di Francesca Ghio, consigliera comunale della lista Rossoverde, in aula rossa in Comune a Genova. Ghio ha parlato nell’ambito di un ordine del giorno sul tema della violenza sulle donne presentato dalla collega del gruppo Misto, Arianna Viscogliosi. «Per un pezzo di vita mi sono rassegnata, fino a credere che me lo ero meritata, me la sono cercata, non so bene come, ma non avevo alternativa» ha raccontato. Alcuni pensavano inizialmente fossero parole di una terza persona, non una vicenda personale. Poi Ghio ha precisato: «Importa che sia successo a me o qualcun altro? Comunque, sì, sono io quella bambina di 12 anni. Non ho mai denunciato quell’uomo, un dirigente genovese, il nostro bravo ragazzo, non sapevo neanche cosa fosse una denuncia a 12 anni. Mi guardo indietro oggi e a distanza di decenni nulla è cambiato. Gli uomini continuano a violentare. Nel silenzio complice di una società che non da gli strumenti, che non vuole fermarsi a capire».

La consigliera Francesca Ghio

«Chi ha voce e il privilegio della visibilità deve parlare»

Ghio è una esponente della minoranza in consiglio comunale a Genova. Nei mesi scorsi era riuscita, da neomamma, a far approvare un regolamento che consentiva anche ai neogenitori, uomini e donne, di partecipare alle sedute di consiglio da remoto. Nel suo intervento di oggi in aula ha citato la canzone Bandiera, della cantautrice e attivista femminista Giulia Mei. E ha spiegato ad Ansa: «Io sono una voce, sono una bandiera, il mio corpo è politico qua dentro sono chiamata a rappresentare la città, le persone. Una donna su tre subisce violenza nella propria vita. Chi ha voce e il privilegio della visibilità, come in questo caso la mia posizione qua dentro permette, deve parlare per chi non può farlo».

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