I mimi del Teatro dell’Opera di Roma e quelle paghe a 5 euro all’ora
In una delle istituzioni più importanti della lirica italiana ci sono lavoratori con paghe da fame. A denunciarlo è il sindacalista Natale di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e Lazio in un lungo post sui social che racconta le condizioni dei mimi del Teatro dell’Opera di Roma. «Stiamo parlando di lavoratrici e lavoratori professionisti del settore che svolgono tutte quelle azioni sceniche, coreografiche e interpretative che non richiedono l’uso della parola e che per una produzione di un mese, tra prove e repliche, arrivano a 500 euro netti. Questa è anche conseguenza dell’assenza di una legge nazionale sul salario minimo, che di un’azione territoriale come avevamo richiesto al Comune di Roma. Ai compensi da fame si aggiunge l’assenza di tutele e condizioni di lavoro indegne».
«Inquadrati come autonomi»
Le prove non hanno orari prestabiliti. E non solo questo. «Capita di cambiarsi e truccarsi nei corridoi che fiancheggiano il palcoscenico – spiega il sindacalista – anziché nei camerini, senza privacy e in condizioni igienico-sanitarie discutibili. In tutto questo i lavoratori sono inquadrati come autonomi ma nei fatti non lo sono e nel frattempo sono tagliati fuori da tutti i diritti e le tutele del lavoro dipendente, come la malattia». Venerdì 29, dalle ore 17:00, i dipendenti protesteranno davanti al Teatro dell’Opera di Roma. L’obiettivo è di aprire un tavolo con il Comune di Roma e la Regione Lazio, soci della Fondazione, per un confronto urgente.