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I mimi del Teatro dell’Opera di Roma e quelle paghe a 5 euro all’ora

26 Novembre 2024 - 18:11 Alba Romano
mimi teatro dell'opera
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Meno di 500 euro al mese. La denuncia del segretario generale della Cgil di Roma, Natale Di Cola. Venerdì alle 17 la protesta dei dipendenti in piazza Beniamino Gigli

In una delle istituzioni più importanti della lirica italiana ci sono lavoratori con paghe da fame. A denunciarlo è il sindacalista Natale di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e Lazio in un lungo post sui social che racconta le condizioni dei mimi del Teatro dell’Opera di Roma. «Stiamo parlando di lavoratrici e lavoratori professionisti del settore che svolgono tutte quelle azioni sceniche, coreografiche e interpretative che non richiedono l’uso della parola e che per una produzione di un mese, tra prove e repliche, arrivano a 500 euro netti. Questa è anche conseguenza dell’assenza di una legge nazionale sul salario minimo, che di un’azione territoriale come avevamo richiesto al Comune di Roma. Ai compensi da fame si aggiunge l’assenza di tutele e condizioni di lavoro indegne».

«Inquadrati come autonomi»

Le prove non hanno orari prestabiliti. E non solo questo. «Capita di cambiarsi e truccarsi nei corridoi che fiancheggiano il palcoscenico – spiega il sindacalista – anziché nei camerini, senza privacy e in condizioni igienico-sanitarie discutibili. In tutto questo i lavoratori sono inquadrati come autonomi ma nei fatti non lo sono e nel frattempo sono tagliati fuori da tutti i diritti e le tutele del lavoro dipendente, come la malattia». Venerdì 29, dalle ore 17:00, i dipendenti protesteranno davanti al Teatro dell’Opera di Roma. L’obiettivo è di aprire un tavolo con il Comune di Roma e la Regione Lazio, soci della Fondazione, per un confronto urgente.

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