Le tute spaziali non esplodono nello Spazio
Diverse condivisioni Facebook mostrano una clip dove vengono mostrati dei modelli di tute spaziali, da quelle proposte in passato a quelle usate realmente nelle missioni spaziali, fino ai giorni nostri. Per altro si mettono assieme quelle impiegate dentro i veicoli con quelle usate effettivamente per uscire, alimentando ulteriormente la confusione. La narrazione alla base infatti dovrebbe mettere in dubbio tutti i viaggi spaziali, strizzando l’occhio ad almeno tre credenze complottiste: il negazionismo degli allunaggi; l’insabbiamento degli avvistamenti ufologici da parte dei governi e la teoria della Terra piatta. Tutto verte attorno a chi, non sapendo come mai nel vuoto cosmico le tute non esplodono, deduce che l’astronautica sia una messa in scena dei governi, per insabbiare una verità scomoda riguardo allo Spazio o alla forma del Pianeta. Come vedremo, approfondendo un minimo la fisica di cui si tiene conto per progettare le tute spaziali, si trovano spiegazioni tanto meno sconvolgenti quanto più plausibili.
Per chi ha fretta:
- Una clip condivisa su Facebook mette in dubbio la possibilità di costruire tute spaziali che ci proteggano dal vuoto cosmico.
- Si lascia intendere in particolare che la linea di Kármán determinerebbe l’esplosione di tali tute.
- Nel vuoto dello spazio nemmeno i corpi privi di protezione esploderebbero.
- Esistono materiali che resistono al vuoto cosmico tanto quanto quelli già esistenti nello Spazio.
- Tali tute garantiscono quindi la giusta pressione e il supporto vitale ai corpi degli astronauti.
Analisi
La clip sul “complotto” delle tute spaziali può essere accompagnata dalla seguente didascalia:
“Tute spaziali” dal 1934 al 2024
Il top è quella anni 80. Stile omino della Michelin.
Il vuoto cosmico nello spazio, anzi meglio “sulla luna” è cento milioni di volte più potente del vuoto della linea di Karman.
Quindi ovviamente nessuna delle tute mostrate nel video sono in grado di sostenere una pressione del genere. ESPLODEREBBERO per il vuoto modello palombari negli abissi dei fondali marini.
Le tute spaziali oltre la linea di Kármán
In sostanza le tute spaziali non dovrebbero funzionare per via di un limite fisico denominato «linea di Kármán», oltre al quale il vuoto cosmico ne comporterebbe l’esplosione. Si tratta di un “limite” immaginario situato a cento chilometri sopra il livello del mare. Questa linea sarebbe quindi il confine tra atmosfera terrestre e spazio esterno. La linea prende il nome dal suo ideatore, l’ingegnere aerospaziale Theodore von Kármán. Tutt’oggi si tiene conto di questo standard presso la Federazione aeronautica internazionale (FAI), che si occupa di certificare i record aeronautici e astronautici.
Banalmente le tute spaziali non esplodono oltre la linea di Kármán perché sono progettate per resistere al vuoto dello spazio, mantenendo una pressione interna costante. Del resto è curioso il fatto, che non si metta in dubbio la capacità dei palombari di proteggersi contro le alte pressioni sottomarine, mentre risulterebbe strano il contrario per gli astronauti. Ad ogni modo, la soluzione non è sempre “fare tute più grosse”. Conta il come e con cosa si costruisce. Una regola importante che si applica in vari ambiti, dalla progettazione di edifici a quella dei razzi.
Le tute spaziali sono costruite a più strati, con materiali quali il Nylon, il Mylar, il Gore-Tex, il Dacron, eccetera. In questo modo restano integre e possono offrire protezione termica, isolamento, resistenza alle abrasioni e contenere la pressurizzazione interna, la quale garantisce l’integrità del corpo dell’astronauta. Per altro l’idea che debba esserci una esplosione è un falso mito. Le persone non sono dei palloncini. Sebbene il vuoto dello Spazio causerebbe l’ebollizione dei fluidi corporei, la pelle essendo elastica resisterebbe a una espansione tale da causare una esplosione.
Conclusioni
Abbiamo visto che non c’è niente di strano nel funzionamento delle tute spaziali nel vuoto dello Spazio. Per altro il citato limite di Kármán è uno standard fissato per delimitare convenzionalmente il confine tra l’atmosfera terrestre e il resto dello Spazio, non stabilisce un limite oltre il quale sarebbe impossibile l’attività astronautica.
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