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Neonati sepolti a Parma, le bugie di Chiara Petrolini alla migliore amica: «La sera prima abbiamo bevuto birra e fumato una canna insieme»

chiara petrolini gravidanza ossitocina foto incinta
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La ragazza nell'interrogatorio con i carabinieri ripercorre i giorni precedenti al parto, tra mezze verità e menzogne raccontatele dalla 22enne

Un castello di menzogne. Nemmeno alla sua migliore amica Chiara Petrolini diceva la verità. La 22enne di Vignale di Traversetolo (Parma), accusata di omicidio premeditato e occultamento dei cadaveri dei due neonati che aveva partorito, si è nascosta dietro bugie anche con la sua confidente più intima e sua omonima. La ragazza il 21 agosto è stata sentita dai carabinieri e ha scoperto in quel momento la realtà dei fatti. «È impossibile che Chiara sia stata incinta perché me lo avrebbe detto», ha dichiarato ai militari quel giorno, come riporta Repubblica. In quel momento gli investigatori pensavano ancora che qualcuno avesse aiutato la 22enne. Ma alla fine ritennero «genuina nella ricostruzione» la migliore amica di Chiara.

Il vocale bugiardo dopo il parto

Nell’ordinanza che il 20 settembre ha portato agli arresti domiciliari la studentessa, c’è un audio che Chiara ha inviato alla sua amica. Un elemento di prova della estraneità della migliore amica nei fatti. Questo perché la 22enne che ha confessato di aver sepolto nel proprio giardino di casa i suoi due bambini le ha raccontato solo bugie. In un audio delle 12.37 del 7 agosto, sei ore dopo il parto, Chiara Petrolini dice alla migliore amica: «Comunque io questa notte ho avuto una perdita di sangue da ciclo. Amò lascia stare, giuro sto di merda giuro!». Anche i genitori non ne sapevano nulla come ricostruisce l’amica: «Il 7 agosto ricordo che la mamma di Chiara è passata assieme al figlio minore al bar dove lavoro perché stavano andando al mare. Ne abbiamo parlato con lei quella mattina e che ci saremmo viste quella sera. Poi mi ha mandato un audio in cui mi dice di aver avuto un ciclo abbondante».

La sera prima del parto: droga e alcol

«Credo che abbiamo bevuto un paio di birre a testa, forse Chiara Petrolini ne ha bevuta una in più. Dai messaggi ricordo che abbiamo consumato marijuana, una sola canna in due, a farlo siamo state solamente io e Chiara. Chiara è andata via intorno a mezzanotte, io all’una», è la versione dell’amica qualche ora prima del parto. Così ha passato la sera: «Chiara era stanca dal lavoro e non vedeva l’ora di andare in vacanza, quella sera non era ubriaca ma gli occhi le si chiudevano dalla stanchezza».

«I carabinieri ti verranno a cercare»

Chiara Petrolini l’11 agosto da New York ha avuto la premura di avvisare l’amica: «Mi preannuncia che se mi avessero cercato i carabinieri dovevo stare tranquilla e che era stata lei a fare il mio nome perché ero stata l’ultima a vederla la notte dell’8 sul 9 dopo averla accompagnata a casa», spiega la giovane. Fingeva di non sapere il motivo della convocazione dei militari. Del neonato trovato morto, l’amica verrà a saperlo soltanto dieci giorni dopo e dirà, intercettata, alla madre: «Era della Chiara. Non so che dirti».

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