Canone Rai, Forza Italia e Lega mettono in mezzo Berlusconi. Salvini: «Voleva tagliarlo». Tajani: «Prima di morire gli chiese di non toccarlo»
Giornata complicata per gli equilibri della maggioranza nel governo Meloni. Prima il voto di Forza Italia con le opposizioni in commissione al Senato sull’abbassamento del canone Rai da 90 a 70 che ha affossato l’emendamento leghista, poi la contro-risposta della Lega che ha fatto bocciare un testo sulla sanità in Calabria del senatore forzista Claudio Lotito. I leader dell’esecutivo hanno provato a derubricare gli auto sabotaggi interni a semplici divergenze di vedute. «Nessun problema in maggioranza, non è successo nulla», assicurava ancora Matteo Salvini in serata. Prima di lui la premier aveva già minimizzato: «Schermaglie, niente di serio», così come il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Non c’è nessun inciampo, la maggioranza è coesa». Ma evidentemente non tutte le scorie erano ancora state smaltite a fine giornata se i due vicepremier hanno deciso di tirare in mezzo la memoria di Silvio Berlusconi per giustificare la testardaggine su un emendamento che si sapeva avrebbe fatto emergere le divergenze della maggioranza.
Salvini e Tajani citano Berlusconi
Il primo a evocare l’ex premier è stato Salvini, all’evento Energia e Europa organizzato a Roma dal quotidiano Libero. A me è spiaciuta solo una cosa. Ricordo che l’amico Berlusconi… anche lui riteneva che il canone Rai fosse una tassa, una gabella su cui riflettere e da limare. Io sarei per la cancellazione, ma in medio stat virtus, ha detto il leader della Lega, «la cosa curiosa è che oggi si è votato lo stesso testo votato l’anno scorso. Se andava bene l’anno scorso perché ora no?». Informato delle parole di Salvini, è intervenuto anche Tajani, raccontando un aneddoto sugli ultimi giorni del Cavaliere. L’emendamento sul canone? «È un’iniziativa della Lega legittima», ha detto il leader di Forza Italia a Il cavallo e la torre su Rai3, «Berlusconi poco prima di morire ricevette Salvini al San Raffaele dove era ricoverato, c’era anche Gianni Letta, e gli disse espressamente di non insistere sull’abolizione o sul taglio del canone Rai».