In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
POLITICAEmendamentiIrpefPartite ivaQuirinaleSenatoTasse

Finanziamento pubblico ai partiti: dopo lo stop del Quirinale, approvato “solo” un rialzo di 3 milioni al 2×1000

27 Novembre 2024 - 16:34 Felice Florio
La riformulazione del governo, che non è stata messa ai voti dopo l'avvertimento del Colle, quasi raddoppiava la cifra prevista attualmente

La storia, in sintesi, è la seguente. Partito democratico e Alleanza verdi sinistra presentano un emendamento al decreto Fiscale per aumentare il finanziamento pubblico ai partiti tramite il 2×1000. Il governo Meloni lo riformula prima della discussione in commissione Bilancio al Senato. Il Quirinale mostra la sua opposizione al nuovo testo, che stravolge la disciplina oltre a incrementare notevolmente la quota di introiti per i soggetti politici. Allora la maggioranza decide di non mettere ai voti la riformulazione governativa e la commissione torna a deliberare sull’emendamento originale dei due partiti di centrosinistra. Infine, arriva l’ok dei senatori: il finanziamento per i partiti sarà incrementato, per il 2024, di 3 milioni di euro in più, rispetto al tetto di 25,1 milioni stabilito per legge e che attinge dalle risorse destinate in forma volontaria dai contribuenti, il 2×1000 sull’Irpef appunto. La cifra corrisponde a quasi la metà dei 42,3 milioni a cui stavano pensando Giorgia Meloni e i suoi, prima di ricevere l’avvertimento del Colle.

Tino Magni, senatore di Avs, ha spiegato così al Fatto il senso dell’emendamento che, alla fine, è stato approvato: «Per noi è importante assicurare un finanziamento pubblico e trasparente ai partiti, garanzia di autonomia dalle lobby e dagli interessi. Per Sinistra italiana questo tipo di finanziamento volontario è una modalità per sostenere le nostre attività oltre alle quote d’iscrizione al partito e al contributo degli eletti in Parlamento e nelle istituzioni locali. Ma hanno stravolto un testo pensato per i cittadini. Noi chiedevamo semplicemente un intervento, rispettoso delle scelte dei cittadini, che aggiungendo 3 milioni di euro ai fondi stanziati per il 2×1000 permettesse di soddisfare tutte le libere sottoscrizioni dei contribuenti che hanno superato quest’anno il tetto previsto di 25 milioni. Il governo – conclude Magni – ha presentato una riformulazione del nostro emendamento che ne ha stravolto contenuto e senso, per questo siamo contrari e non avremmo accettato questa riscrittura».

Articoli di POLITICA più letti
leggi anche