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L’irritazione di Meloni per l’incidente Lega-Forza Italia sulla Rai e l’occhiataccia a Tajani: «Fatto il cessate il fuoco in Libano, risolveremo anche questa…»

27 Novembre 2024 - 14:20 Simone Disegni
La premier vede il leader di Forza Italia ai Med Dialogues e trattiene a fatica il fastidio: fredda stretta di mano prima del discorso

«Grazie presidente del Consiglio per aver accettato l’invito». «Congratulazioni al ministro degli Esteri per il grande lavoro svolto». Ufficialmente Giorgia Meloni e Antonio Tajani si scambiano carinerie e complimenti, e non potrebbe essere diversamente: di fronte hanno la platea globale dei Med Dialogues, la conferenza annuale organizzata dalla Farnesina con l’Ispi per dare slancio all’azione dell’Italia nel mondo. Ma dietro le smancerie ufficiali e i toni solenni del discorso, s’intravede tutta la freddezza della leader in una delle giornate più complicate dalla nascita del suo governo. Meloni arriva in ritardo di mezz’ora e fila via veloce dentro l’hotel sui colli di Roma che ospita il Forum. Voglia di parlare ne ha pochissima. «Siamo riusciti a fare il cessate il fuoco in Libano, possiamo farlo anche sul canone Rai», è l’unica frase che consegna ai cronisti sull’incidente parlamentare che ha messo in allarme da stamattina la maggioranza, con Forza Italia che ha votato contro la proposta della Lega di tagliare il canone della tv di Stato. Il “mandante” di quella mossa, con ogni evidenza, Meloni se la trova davanti: Antonio Tajani, ministro degli Esteri ma anche leader di Forza Italia, attende la premier sulla soglia dell’hotel, visibilmente premuroso di smussare l’amarezza. Prima di entrare nella sala dov’è atteso il loro intervento, i due si appartano brevemente in una saletta. Poche parole a quattr’occhi, prima – forse – di un vertice allargato anche a Matteo Salvini che a questo punto pare indispensabile.

La mano tesa di Tajani e la reazione della premier

L’attualità internazionale però preme, e così l’agenda dei delegati di mezzo mondo arabo radunati dall’Ispi. E così Tajani e Meloni vestono i panni dei leader di governo e celebrano come da programma la chiusura dei Med Dialogues. Il capo della Farnesina menziona almeno quattro volte, nel suo saluto, la «presidente del Consiglio», ora per sottolineare l’importanza della sua presenza, ora per ricordare la sua determinazione e quella del governo da lei guidato. Come a scansare via ogni spettro di crisi di governo o anche solo di crepe nella tenuta della maggioranza. Quindi Tajani le cede la parola e la invita sul palco, la mano tesa per accoglierla calorosamente. Lei gli riserva un’occhiata fulminea e la stringe fredda. Poi guadagna il palco per squadernare la sua visione del ruolo dell’Italia nel Mediterraneo e nel mondo. Mezz’ora, non di più: poi la premier ringrazia tutti, saluta e fila via veloce da un’uscita laterale dell’hotel. C’è da risolvere una grana di cui avrebbe fatto volentieri a meno. «Schermaglie, niente di serio», fa in tempo ancora a dire. «Non c’è nessun inciampo, la maggioranza è coesa», assicura dal canto suo Tajani. Ma del tema dovranno parlare anche col terzo leader di governo, Salvini, e convincerlo che sia davvero così…

In copertina: La premier Giorgia Meloni interviene ai Mediterranean Dialogues – Roma, 27 novembre 2024 (ANSA/ETTORE FERRARI)

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