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La famiglia di Ramy Elgaml, il ragazzo di Corvetto, chiede giustizia. Il padre a Il Giorno: «Gli dissi: non fare tardi. Lo sto ancora aspettando»

27 Novembre 2024 - 12:04 Stefania Carboni
Ramy Elgaml
Ramy Elgaml
Il fratello del 19enne, morto in uno schianto col motorino dopo un inseguimento con i carabinieri, a Fanpage: «Dio ha voluto portarlo via da questa strada, perché non era il suo posto»

Mamma Farida piange per il suo figlio piccolo, il 19enne Ramy Elgaml, il diciannovenne morto all’alba di domenica scorsa, dopo un lungo inseguimento, nello schianto del TMax guidato da un amico del giovane, un 22enne tunisino. La famiglia di Ramy, il ragazzo per cui i giovani di Corvetto sono scesi in strada mettendo a ferro e fuoco Milano, parla a Il Giorno. Originari de Il Cairo, è il padre Yehia Elgaml che vuole precisare al quotidiano: «Io chiedo la verità. Voglio sapere come mio figlio è morto, in tempi brevi. Capisco come si è sentita la famiglia di Giulio Regeni (il ricercatore italiano ucciso al Cairo nel 2016, ndr): sono passati 8 anni senza verità. Per noi potrà essere diverso?». Ha visto suo figlio sabato sera, prima che uscisse. «La sera precedente, venerdì, aveva fatto molto tardi rientrando a casa all’alba. ‘Sono stato al compleanno di un amico’, mi aveva detto. Sabato mi ero quindi raccomandato che non tornasse tardi. Lui me lo aveva assicurato. Ma lo sto ancora aspettando… Mio figlio non è più tornato», racconta. «Noi siamo una famiglia di lavoratori. Io svolgo servizi di pulizie. Mio figlio maggiore invece lavora nel settore sicurezza mentre mia moglie si occupa della casa. Ramy era elettricista, aveva perso il lavoro più o meno un mese fa ma voleva ricominciare a lavorare», spiega l’uomo. E davanti ai disordini di Corvetto parla lo zio: «Noi siamo chiusi nel nostro dolore. Non stiamo uscendo di casa. Gli amici di Ramy hanno tanta rabbia ma anche altri ragazzi, che si sono uniti. Perché non sono d’accordo con quello che è emerso, vorrebbero visionare i filmati delle telecamere».

Il fratello: «Dio ha voluto portarlo via da questa strada, perché non era il suo posto»

Il fratello di Ramy a Fanpage spiega di averlo salutato quella sera, con la garanzia che non avrebbe fatto tardi. Gli avrebbe aperto lui la porta, perché si sarebbe alzato prima per andare a lavoro. «È morto – ha dichiarato il fratello del 19enne -, perché Dio ha voluto portarlo via da questa strada, perché non era il suo posto. Se mio fratello ha sbagliato avrà preso le sue responsabilità ed è morto. Non c’è nulla di peggio. Io non c’ero e non ho visto niente, spero solo di scoprire dalle indagini, magari attraverso le telecamere installate nella zona, come sono andate le cose».

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