Un milione per l’integrazione dei bimbi Rom: la Lega attacca il comune di Reggio Emilia ma il progetto ha il timbro del governo
Un milione di euro per l’integrazione di bambini e adolescenti Rom, Sinti e Caminanti. È la cifra stanziata per il prossimo triennio dal Comune di Reggio Emilia che ha mandato su tutte le furie della Lega. «Ci sono bambini di Serie A e bambini di serie B. Perché le famiglie Rom e Sinti possono beneficiare di contributi pubblici mentre le famiglie reggiane no?», ha attaccato il capogruppo del Carroccio Alessandro Rinaldi. L’accusa è chiara: una presunta «discriminazione» nei confronti dei bambini italiani e uno «spreco di denaro pubblico». Le critiche di Rinaldi, però, sembrano ignorare un punto fondamentale: quei fondi, come ha replicato l’assessora al Welfare Annalisa Rabitti, sono vincolati. «Non si sarebbero potuti utilizzare per nessun altro scopo», ha risposto Rabitti, facendo riferimento alle condizioni fissate dal ministero per il loro utilizzo. La realtà, infatti, è confermata dalle normative: quei soldi fanno parte di un finanziamento destinato esclusivamente all’inclusione dei bambini e adolescenti Rom, Sinti e Caminanti, nell’ambito di un progetto nazionale avviato nel 2013 e confermato quest’anno dal governo Meloni.
L’impegno nazionale ed europeo dietro ai fondi per i Rom
Nonostante le critiche avanzate ora dalla Lega, il finanziamento in questione è tutt’altro che una novità. È, infatti, parte del «Progetto Nazionale per l’inclusione e l’integrazione dei bambini Rom, Sinti e Caminanti», nato 11 anni fa e ispirato, all’epoca, innanzitutto dalla Legge 285 del 1997. Quest’ultima istituiva un fondo nazionale dedicato ai diritti e alle opportunità per l’infanzia e l’adolescenza, con interventi specifici a carico delle amministrazioni locali. L’origine del progetto per i Rom, però, è legata anche a un impegno europeo. Una Comunicazione della Commissione europea aveva esortato gli Stati membri a promuovere strategie nazionali per l’inclusione dei Rom. Poi, una Raccomandazione del Consiglio dell’UE del 12 Marzo 2021 (2021/C 93/1) ha ribadito la necessità per gli Stati di adottare piani strutturati a livello nazionale per affrontare la questione.
L’ok anche del governo Meloni
Il progetto, inoltre, è stato confermato di recente anche dall’attuale governo. Lo scorso febbraio, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, guidato dalla ministra Marina Elvira Calderone, ha approvato un decreto che autorizzava un avviso pubblico per nuovi progetti dedicati all’integrazione di bambini Rom, Sinti e Caminanti. E le risorse stanziate ammontano a 40 milioni di euro, attingendo dal Programma Nazionale Inclusione e Lotta alla Povertà 2021-2027, approvato dalla Commissione europea nel dicembre 2022. I fondi contestati a Reggio Emilia si inseriscono quindi in questo quadro nazionale e comunitario storico, con l’obiettivo di offrire ai bambini delle comunità Rom, Sinti e Caminanti pari opportunità educative e sociali. E non sottraggono risorse alle famiglie italiane, ma si tratta di fondi vincolati e specifici.