Prestazioni mediche pagate con gadget e buoni pasto: l’offerta dell’Università di Torino agli specializzandi per i Giochi mondiali
Un giubbotto imbottito, qualche buono pasto, un abbonamento ai trasporti per 10 giorni e, forse, una divisa da sci. Non sono i premi per una lotteria natalizia, ma i benefit che l’Università di Torino sta considerando di offrire ai medici specializzandi per coinvolgerli senza contratto nei Giochi Mondiali Universitari Invernali del 2025. Conosciuti come Universiadi, questi giochi vedranno studenti atleti da tutto il mondo sfidarsi in nove discipline invernali, dal 13 al 23 gennaio a Torino. La proposta che stanno valutando è reclutare medici specializzandi, non contrattualizzarli e offrirgli in cambio benefit.
La comunicazione interna
La questione, risulta a Open, emerge da una comunicazione interna inviata dall’ateneo torinese a tutti i direttori delle scuole di specializzazione. In questa, l’università ammette apertamente di essere in ritardo nell’organizzazione del supporto sanitario per l’evento. E che una parte dei medici specializzandi verrà contrattualizzata attraverso bandi, per ricoprire i ruoli di Continuità Assistenziale (guardie mediche). Questo, però, sembra non bastare. Ed è qui che spunta la soluzione controversa che stanno valutando: reclutare altri specializzandi disposti a operare durante le gare, ma senza contrattualizzarli. In cambio, l’università offrirebbe benefit per – testuali parole – «rendere più appetibile la partecipazione». Tra questi, l’abbonamento ai trasporti pubblici per i giorni dell’evento, un giubbotto imbottito con il logo delle Universiadi e i buoni pasto da usare all’interno dell’area assegnata dei Giochi. Come ulteriore incentivo, si sta valutando anche l’apertura di regalare una divisa da sci brandizzata.
Gli specializzandi: «Lavoro strumentalizzato, speriamo in un errore di comunicazione»
«Il ruolo del medico specializzando é sempre strumentalizzato sulla base della convenienza: speriamo che ciò che é emerso dalle segnalazioni sia solo effetto di un terribile errore di comunicazione. Qualora invece si prospettasse veramente l’impiego di specializzandi per svolgere mansioni ad alto rischio, civile e professionale, senza contrattualizzazione, né compenso (e ci rifiutiamo di considerare “compenso” dei capi di vestiario e dei buoni pasto), sarebbe solo l’ennesima, drammatica conferma di come i medici abilitati vengono sfruttati con la scusa tossica della gavetta», commenta Silvia De Tomaso, vicepresidente di Giovani Medici per l’Italia. «I giochi sportivi sono un contesto nobile in cui trova spazio molto volontariato ma, proprio per la dimensione mondiale, siamo convinti che un evento di spicco come le universiadi non possa permettersi di preventivare manodopera gratuita ad alta specializzazione», prosegue. E conclude: «Qualora, in ogni caso, ci fossero Colleghi così ben disposti da considerare di svolgere gratuitamente un lavoro ad altissima responsabilità civile e penale, ci chiediamo come mai questi colleghi debbano essere per forza Specializzandi e non possano essere, ad esempio, i vari docenti medici dei Corsi di Laurea in Medicina o gli stessi Direttori di Scuola di Specializzazione».