«Paraculetto?». Salvini accetta le scuse dopo l’attacco di Forza Italia: «Peace and love»
A quanto pare non son bastate le voci dell’entourage della premier Giorgia Meloni che la definivano «incazzata nera» dopo che ieri la maggioranza ieri è andata sotto due volte, in una delle giornate più nere dall’inizio del governo di destra-centro. Le polemiche tra Forza Italia e Lega sono proseguite anche oggi. Sullo sfondo, la vicenda del canone Rai, che il Carroccio vorrebbe ridurre da 90 a 70 euro, proposta su cui ieri era arrivato il voto contrario degli azzurri insieme alle opposizioni in commissione Bilancio. A girare il coltello nella piaga aperta nell’esecutivo è stato il portavoce nazionale di FI, Raffaele Nevi: «Salvini fa un po’ il paraculetto e dice che nel programma c’è anche la riduzione della pressione fiscale per difendere l’emendamento bocciato sul canone Rai», ha detto ad Affaritaliani. «Non serve una verifica di governo ma si deve tornare a rispettare il programma sottoscritto con gli elettori e fare le cose condivise», ha spiegato Nevi alla testata. E alla Lega ha consigliato: «Si dia una calmata, abbassi i toni e torniamo a parlarci di più».
Il passo indietro e l’intervento di Tajani
Ma ad essere sembrati un po’ a tutti troppo alti sono stati i suoi, di toni. Un nuovo “inciampo” che ha costretto presto Nevi a ritrattare: «Se le mie parole sono suonate offensive per Salvini mi scuso, è stato travisato il mio pensiero». È dovuto intervenire lo stesso segretario Antonio Tajani a gettare acqua sul fuoco: «Nessun litigio» nella maggioranza, «abbiamo votato come preannunciato contro un emendamento che non condividevamo perché quei 430 milioni secondo noi possono essere utilizzati per ridurre le aliquote Irpef e aiutare il ceto medio a pagare meno tasse. Nessuna ripicca, non litigo con nessuno e non c’è nessun problema, la maggioranza è solidissima, la sinistra non si faccia illusioni, andremo avanti fino a fine legislatura e continueremo a governare l’Italia bene».
Pontieri al lavoro. E Salvini evoca «pace e amore»
Per ricucire sono poi arrivate anche le dichiarazioni di altri due esponenti di governo: il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il primo ha dichiarato: «Spaccature in maggioranza? Gli emendamenti in aula possono avere degli esiti differenti rispetto a quelli assunti in termini di maggioranza. Il Parlamento ha la legittimità per operare in questo senso. Non mi pare che sia un elemento di grande novità, non credo che un voto di un emendamento possa mettere in discussione i risultati positivi di questo governo». Gli fa eco Giorgetti: «Queste cose sono sempre accadute, non bisogna enfatizzare troppo. L’importante, come si dice nel calcio, è che regga la difesa. C’è un buon portiere e teniamo la posizione». Al termine della giornata, si rifa sentire in versione colomba lo stesso leader della Lega Matteo Salvini: «Nessuna tensione, peace and love. Io non mi offendo mai con nessuno», replica ai cronisti che gli chiedono conti delle tensioni in maggioranza al termine della presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa.
In copertina: Il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello dei Trasporti Matteo Salvini a un question time in Senato – Roma 12 settembre 2024 (ANSA/FABIO FRUSTACI)