Borse di studio per i figli meritevoli dei dipendenti, il chiarimento del Fisco: «Non serve giustificare all’azienda come vengono spese»
Meritocrazia senza burocrazia. È questa la strada tracciata dall’Agenzia delle Entrate sulle borse di studio per merito scolastico e accademico, riconosciute dalle aziende ai figli dei propri dipendenti. Un riconoscimento alla dedizione scolastica, ma senza l’onere delle scartoffie e delle giustificazioni su come vanno spesi i soldi della borsa di studio: è quanto prevede, infatti, una nuova pronuncia dell’Agenzia delle Entrate sul tema. Si tratta di un chiarimento (risposta all’interpello n. 231/2024) che segna una linea di confine rispetto a quanto previsto in una circolare del 2016 in cui veniva richiesta la raccolta dei giustificativi di spesa per servizi educativi specifici, come rette scolastiche o attività extrascolastiche. La nuova indicazione semplifica il processo: non c’è bisogno di fornire documenti che dimostrino come i soldi delle borse di studio vengono spesi dai figli dei dipendenti.
Perché le spese delle borse studio non devono essere giustificate
Il motivo di questa decisione deriva dal fatto che le borse di studio sono finalizzate a premiare il raggiungimento di livelli di eccellenza da parte degli studenti in ambito scolastico e universitario. Come vengono spese, poco importa. L’Agenza delle Entrate, infatti, sottolinea che «non si ritiene necessario che i dipendenti producano una documentazione atta a dimostrare l’utilizzo delle somme ricevute». Si tratta, da un lato, di maggior libertà per gli studenti e, dall’altro, di uno snellimento per le aziende che ora possono contribuire a riconoscere il successo formativo dei figli dei propri dipendenti senza troppi oneri burocratici.
Che media di voti devono avere gli studenti
Le borse di studio per merito scolastico erogate dalle aziende sono pensate per i figli dei dipendenti che rispettano i seguenti requisiti:
- Scuole medie: l’alunno deve essere uscito dal triennio con una votazione non inferiore a 9 su 10;
- Scuole superiori: l’allievo deve avere una media dei voti di almeno 8/10 nelle classi intermedie o conseguire il diploma con un voto non inferiore a 80 su 100;
- Università: lo studente deve aver superato gli esami principali e complementari previsti per i vari anni del corso di studio e avere una media degli esami sostenuti in tutti gli anni di almeno 26 trentesimi.
Borse studio per figli dei dipendenti: niente tasse
Un altro aspetto che chiarisce l’Agenzia delle Entrate, già noto ma ora precisato e confermato, è che le borse di studio erogate per riconoscere il merito accademico o scolastico dei figli dei dipendenti non sono soggette a tassazione. Nella risposta della stessa si legge, infatti, che questi fondi per i figli meritevoli «non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente».