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Mauro Repetto e l’amicizia con Max Pezzali: «Gli 883 non li ho mai lasciati. Ma sull’Uomo Ragno un errore lo facemmo»

29 Novembre 2024 - 14:03 Alba Romano
max pezzali mauro repetto
max pezzali mauro repetto
A margine di uno spettacolo, l'ex membro del duo ha spiegato ancora una volta il perché dell'allontanamento: «Ho solo inseguito l'American Dream»

«Avevo solo bisogno di seguire un altro sogno, l’American dream. Ma gli 883 non li ho mai lasciati». A riaprire il capitolo sulla storia dell’iconica band è Mauro Repetto dal palco del teatro delle Api di Porto Sant’Elpidio, in provincia di Fermo. Un rapido excursus a margine del suo spettacolo Alla ricerca dell’uomo ragno in cui l’ex membro dello storico duo pop, a braccetto con Max Pezzali, ripercorre l’ascesa di due giovani di Pavia fino alla scena musicale degli anni Ottanta e Novanta. Anche tramite personaggi noti e stranoti, da Jovanotti a Franchino, da Linus a Fiorello. Fino – ovviamente – a Claudio Cecchetto, artefice del lancio degli 883, con cui Repetto spera ancora che Pezzali faccia pace.

«Hanno ucciso l’uomo ragno»: ecco l’errore

Riguardo al suo rapporto con Max Pezzali, Repetto è ancora una volta molto candido nonostante la diatriba delle ultime settimane riguardo al sanrisino, il premio della città di Pavia ai cittadini illustri, e alla titolarità del nome 883. «Non ho mai davvero lasciato gli 883, ho solo inseguito il mio sogno», ha detto. Su Pezzali: «Siamo ancora amici, non ho mai lasciato Max». E poi ha aggiunto: «L’unica cosa che abbiamo sbagliato io e lui è stato il titolo di quel brano (Hanno ucciso l’uomo ragno, ndr)». Per quale motivo? «Perché nessuno può uccidere l’uomo ragno che è in noi», ha spiegato Repetto.

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