Il paradosso della disabilità nelle scuole italiane: aumentano gli studenti ma diminuisce il personale Ata che si occupa di loro – I dati
Il numero di studenti con disabilità nelle scuole italiane è aumentato in modo significativo, mentre il numero dei collaboratori scolastici, responsabili di assisterli, è rimasto invariato. Uno squilibrio frutto di decisioni politiche prese nel passato, che ancora oggi continuano a generare difficoltà. Tra le più incisive, i tagli del 2008 promossi da Mariastella Gelimini, allora ministra dell’Istruzione, che nell’ambito delle misure di austerità per risanare i conti pubblici colpirono duramente il personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario): oltre 40mila posti furono eliminati. Questa contrazione è in parte spiegabile con la diminuzione complessiva degli studenti iscritti nelle scuole italiane, dato su cui si basa l’organico di diritto. C’è un aspetto, però, che preoccupa: il crescente numero di studenti con disabilità in rapporto al dato fermo dei collaboratori scolastici deputati alla loro assistenza.
I dati sugli studenti con disabilità
Secondo un recente rapporto del Ministero dell’Istruzione e del Merito, nell’anno scolastico 2023/2024 gli alunni con disabilità sono saliti a 331.124, distribuiti su 362.115 classi. Un dato in costante aumento rispetto ai 321.185 dell’anno precedente, ai 312.235 del 2021 e ai 287.039 del 2020. Tornando indietro al 2018, il numero si fermava a 256.296. I dati in aumento sono determinati principalmente da un avanzamento, degli ultimi anni, della capacità diagnostica che, di fatto, ha incrementato in modo esponenziale le diagnosi di disabilità (e dsa) e di conseguenza le certificazioni nelle scuole. Un aumento su cui si sollevano diverse voci nella comunità scientifica che si divide tra chi è più scettico e imputa la motivazione a una tendenza di «eccessiva medicalizzazione» e chi, invece, un semplice sviluppo scientifico e un’opportunità per le capacità degli studenti. Ciononostante, se si guarda al personale deputato alla loro assistenza, togliendo i docenti, emerge un sistema scolastico che si trova a fare i conti con poche risorse.
I numeri invariati dei collaboratori scolastici
A fronte dell’aumento degli studenti con disabilità, sono cresciuti anche i docenti di sostegno, ma resta critica la carenza di insegnanti specializzati: i corsi di specializzazione a numero chiuso, con contingenti insufficienti, distribuzione regionale inadeguata e costi elevati (tra 3 e 4mila euro l’anno), scoraggiano molti insegnanti dal proseguire in questa direzione. Parallelamente, il tema della disabilità coinvolge i collaboratori scolastici, responsabili di mansioni cruciali. L’assistenza prevista nel loro contratto riguarda l’ausilio materiale agli alunni con disabilità all’interno della scuola, nell’accesso dalle aree esterne alle strutture scolastiche e nell’uscita da esse. Sono comprese anche le attività di cura alla persona, uso dei servizi igienici e igiene personale. Incarichi obbligatori a cui non si possono opporre, come stabilito da una sentenza della Corte di Cassazione nel 2016 che aveva condannato al risarcimento dei danni tre collaboratrici scolastiche che si erano rifiutate di prestare assistenza nell’uso dei servizi igienici a uno studente con disabilità. I dati, però, non sono confortanti. Mentre aumentano gli studenti con disabilità, l’organico dei collaboratori scolastici rimane fermo: stando ai numeri forniti dalla Flc Cgil a Open, si tratta di 131.143 unità, lo stesso numero da anni, nonostante le crescenti necessità.
I tagli in Manovra del personale Ata
Dal prossimo anno scolastico, il personale Ata subirà anche un taglio di 2.174 unità, come stabilito dalla Legge di Bilancio 2025. A fronte di questo quadro drammatico, il sindacato Flc Cgil ha inviato una lettera al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, chiedendo un incontro urgente sul tema. Nella missiva viene sottolineato l’aggravarsi della situazione relativa all’assistenza e alla cura degli alunni con disabilità. «Sul terreno dell’assistenza alla persona e alla cura dell’igiene personale, è diventata di estrema gravità ed è testimoniata da un fatto che è sotto i nostri occhi: mentre l’incremento notevole del numero degli alunni con disabilità ha comportato di necessità il conseguente aumento del personale docente di sostegno, analogo aumento non si è verificato per il personale Ata il cui organico è determinato con parametri che non intercettano questa nuova esigenza di cura e assistenza che tale novità comporta», mette in evidenza il sindacato al ministro. «È evidente – conclude – l’immane lavoro che spetta a quel personale che deve far fronte a un così elevato numero di alunni bisognosi di assistenza e cura».