Il centro psichiatrico non ha posti: resta libero e uccide il vicino di casa a Caprarola
Ian Patrick Sordo, 31 anni, mercoledì 27 novembre ha accoltellato a morte il netturbino Renzo Cristofori a Caprarola in provincia di Viterbo. Cristofori gli aveva negato gli spicci. Sordo ha problemi psichiatrici e dovrebbe trovarsi in una Rems. Invece abita a casa sua ed è libero di uscire. Perché il posto nelle residenze psichiatriche non c’è. «Era in lista d’attesa da mesi e nel frattempo viveva in affitto a Caprarola. Aveva delle misure di sicurezza come non uscire la sera e non frequentare pregiudicati», dice l’avvocato Paolo Casini. Sordo viveva in una casa affittata dalla madre, che gli portava ogni giorno da mangiare. «Mi ha colpito, mi ha colpito», ha urlato il netturbino, prima di accasciarsi sulla panchina accanto al suo portone secondo quanto racconta oggi Il Messaggero. Nel frattempo Sordo, che vive a pochi passi dalla vittima, sì e no una settantina di metri, si sarebbe allontanato.
La storia
«La storia di Ian Patrick – spiega l’avvocato Casini – è complessa e costellata da procedimenti giudiziari che si sono conclusi tutti con assoluzioni, perché totalmente o parzialmente incapace di intendere e volere. Ha problemi psichiatrici importanti e una dipendenza. I periti che lo hanno esaminato lo hanno definito socialmente pericoloso, per questa ragione era in lista d’attesa per entrare in una Rems. Ma purtroppo le strutture sono troppo poche per le richieste e lui è finito in attesa. Il problema esiste ed è di natura sociale. Per il paese di Caprarola stava diventando un problema, una volta al mese ne combinava una». Oggi Sordo si trova nel carcere di Viterbo. «Non può restare in cella – dice ancora l’avvocato – l’ultima volta ha tentato il suicidio e si è mozzato un orecchio. Va cercata una soluzione che possa aiutarlo». Sulla vicenda è intervenuta anche la Società italiana di psichiatria: «Una morte annunciata. Purtroppo quello che è successo a Caprarola era altamente prevedibile e dimostra l’assoluta inefficacia della legge 81».