In Evidenza CapodannoCecilia SalaTerrorismo
ATTUALITÀInfluencerPiemonteTorino

La funambola che sfida ogni giorno la paura: «Guardare la morte in faccia mi aiuta a vivere meglio»

30 Novembre 2024 - 08:09 Alba Romano
giulia cammarota funambola
giulia cammarota funambola
Giulia Cammarota è l'unica a camminare a grandi altezze. La formazione circense, la scuola per attori e la consacrazione

Giulia Cammarota, torinese di 34 anni, è l’unica funambola in Italia a camminare a grandi altezze. Diplomata all’Accademia Cirko Vertigo, oggi è protagonista “Mooncalieri dreaming”, spettacolo di arti circensi delicato e onirico, tutto al femminile, che si sviluppa verso l’alto, come un’ode alla luna. E in un’intervista a Valentina Dirindin per l’edizione torinese di Repubblica racconta che «prima della formazione circense, ho frequentato una scuola per diventare attrice di prosa: lì mi sono diplomata con un pezzo che parlava di una funambola che si chiamava Neve. Allora il filo teso non era proprio nei miei pensieri, è stata solo una delle coincidenze che mi hanno condotto lì. A un cero punto ho fatto un sogno in cui dovevo scegliere una disciplina e mi è apparsa una funambola: da lì è stato tutto diverso».

L’inconscio e il sogno

Cammarota spiega che «nel sogno approcciavo questo filo e mi sentivo a mio agio: credo che dovessi sperimentare un’arte che porta alla solitudine, al contatto con se stessi, cose di cui forse avevo un po’ paura. Ma una parte di me sapeva che ne avevo bisogno, che concentrarmi sulle mie emozioni mi avrebbe insegnato anche a star meglio con me stessa».

E dice che il funambolismo «non è semplice, a partire dall’allenamento, che richiede un grande impegno nel costruire anche solo il proprio ambiente di prova e di lavoro. E poi bisogna avere molta determinazione perché sì, è una disciplina difficile. Richiede molta concentrazione, bisogna imparare a stare da soli con i propri pensieri e in contatto con il proprio fisico: l’allenamento mentale è parte fondamentale della formazione. Si impara a vivere la vita a contatto con quello che succede interiormente. Serve una certa lucidità mentale, una flessibilità e una capacità di accogliere anche le cose spiacevoli».

La paura

La paura, spiega, «c’è sempre, la sfida è di farla diventare un’alleata. Io me la immagino proprio, come se la guardassi negli occhi e le dicessi: ok, instauriamo una relazione, fai parte di me, sei nata da me, allora prendiamoci per mano e andiamo». Mentre la morte «è l’unica certezza che abbiamo nella vita: anche lì cerco di approcciarla sapendo che ne è parte, cercando di godere il più possibile di quello che la vita mi dà e arrivare a quel punto nella maniera più serena possibile, essendomi riempita del mondo». Infine, sulle poche donne funambole: «Non saprei, forse nei circhi tradizionali ce ne sono e non le conosciamo, o forse c’è banalmente una carenza di luoghi dove praticare la disciplina: in Francia ci sono più strutture e lì ci sono anche più funambole donne».

Articoli di ATTUALITÀ più letti
leggi anche