Vaccini Covid, la notizia fuorviante di uno studio e il collegamento con gli arresti cardiopolmonari
Ci segnalano le condivisioni su Threads di uno studio (copia Pdf qui), citato anche da alcune testate giornalistiche, che dovrebbe dimostrare un collegamento tra vaccini contro la Covid-19 e un eccesso di arresti cardiopolmonari. Si tratta di un genere di contenuti molto apprezzato tra gli utenti No vax. Vediamo di cosa si tratta realmente.
Per chi ha fretta:
- Secondo alcune narrazioni No vax un recente studio dimostrerebbe un collegamento tra eccesso di arresti cardiopolmonari e vaccini Covid.
- Almeno due co-autori su tre hanno comprovati bias contro i vaccini.
- Almeno un co-autore ha un potenziale conflitto di interesse in quanto promuove un protocollo detox contro le Spike dei vaccini Covid.
- La casa editrice che finanzia la rivista che ha pubblicato lo studio è elencata in due black list di presunte pubblicazioni predatorie.
- Gli stessi autori dello studio elencano dei notevoli limiti che rendono i loro risultati inconsistenti.
Analisi
Gli screen allegati alle condivisioni sugli arresti cardiopolmonari correlati ai vaccini Covid presentano la seguente didascalia:
“Eccesso di arresti cardiopolmonari fatali durante la campagna del siero”
Un nuovo studio choc del Journal of Emergency Medicine ha calcolato un aumento delle morti per infarto del 1236%
Eccesso di arresti cardiopolmonari collegati ai vaccini Covid?
Lo studio sull’eccesso di arresti cardiopolmonari correlati alla Covid-19 è co-firmato da una nostra vecchia conoscenza, Peter McCullough, il quale promuove un suo protocollo «detox» per disintossicarsi dalle Spike dei vaccini Covid. Il noto cardiologo americano ha sostenuto in una intervista che «il vaccino Pfizer, trascrive e installa il DNA nel genoma umano». Tutte affermazioni prive di fondamento scientifico. Tra i firmatari c’è anche Nicolas Hulscher, che aveva già partecipato assieme a McCullough a un precedente “studio” preprint dove si cercava di dimostrare come il 74% dei decessi fosse stato causato dai vaccini Covid.
Infine, la rivista che ha pubblicato l’articolo è il Journal of Emergency Medicine, che fa parte della casa editrice Opast Publishing Group, la quale ospiterebbe delle pubblicazioni “sospette” di essere predatorie, secondo il team di ricercatori del progetto Predatory Journals. La troviamo anche nella ormai autorevole black list delle pubblicazioni predatorie di Jeffrey Beall. A onor del vero, non abbiamo trovato riferimenti diretti riguardo alla rivista in oggetto.
I limiti dello studio secondo gli stessi autori
Non di meno gli stessi autori del paper elencano una serie di limiti, che rendono i risultati in merito al presunto eccesso di arresti cardiopolmonari del tutto inconsistenti. Riportiamo alcuni passaggi:
«Il nostro studio presenta tutti i limiti dei dati ecologici in cui non sono disponibili informazioni a livello di singolo caso. Stabilire un nesso causale tra la vaccinazione anti-COVID-19 e l’eccesso di decessi nel nostro studio richiederebbe un giudizio clinico indipendente di ciascun caso – continuano gli autori -, inclusi i risultati dell’autopsia quando eseguita. Esistono molteplici potenziali variabili confondenti non considerati, come i cambiamenti nell’accesso all’assistenza sanitaria, le variazioni negli interventi di sanità pubblica, i fattori socio-economici, l’uso di droghe e l’infezione da COVID-19, che potrebbero aver influenzato gli esiti dell’arresto cardiopolmonare. […] Pertanto, la relazione osservata tra i tassi di vaccinazione e l’eccesso di mortalità per arresto cardiopolmonare può apparire maggiore o minore della vera relazione a causa di variabili confondenti non considerate».
Conclusioni
Lo studio sul presunto eccesso di arresti cardiopolmonari associato ai vaccini Covid è co-firmato da autori con comprovati bias contro i vaccini. Uno di loro, McCullough, ha un potenziale conflitto di interessi dovuto alla sua promozione di integratori detox per i vaccinati Covid. La casa editrice che finanzia la rivista dello studio è elencata in due black list di pubblicazioni “sospettate” di essere predatorie. Infine, i ricercatori hanno elencato una serie di limiti che rendono i loro risultati inconsistenti.
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