Crisi dell’auto, i metalmeccanici tedeschi annunciano un maxi-sciopero contro Volkswagen: «Pronti alla battaglia più dura mai vista»
Finito il periodo di «dialogo sociale», Ig Metall annuncia lo sciopero. Il potente sindacato dei metalmeccanici tedeschi ha chiesto a tutti i dipendenti della Volkswagen di astenersi dal lavoro nelle fabbriche a partire da lunedì 2 dicembre per opporsi alle migliaia di tagli di posti di lavoro annunciati dal colosso automobilistico con sede a Wolfsburg. «Se necessario, siamo pronti alla battaglia contrattuale collettiva più dura che Volkswagen abbia mai conosciuto», avverte il sindacato in un duro comunicato stampa. Per la casa automobilistica tedesca si tratterebbe della prima grande protesta dal 2018.
Lo stallo nelle trattative tra azienda e sindacato
La tregua tra azienda e sindacati è scaduta alla mezzanotte di sabato 30 novembre senza che le parti in causa siano riuscite a trovare un accordo. A fine ottobre, i vertici di Volkswagen hanno proposto di chiudere almeno tre delle dieci fabbriche attualmente operative in Germania, licenziando migliaia di lavoratori e riducendo del 10% il salario di quelli rimasti. Uno scenario inaccettabile per i sindacati, che si sono presentati al tavolo delle trattative con una controproposta, che prevede – tra le altre cose – un taglio dei bonus per i manager e una stretta sulla politica di distribuzione dei dividenti agli azionisti. Il nulla di fatto del negoziato tra azienda e sindacato ha spinto Ig Metall ad annunciare la prima grande tornata di scioperi. L’obiettivo è mettere pressione ai vertici di Volkswagen in vista del prossimo incontro, previsto per il 9 dicembre.
La crisi dell’auto europea
Le difficoltà di Volkswagen si inseriscono nella ben più ampia crisi dell’automotive che sta interessando molte case automobilistiche del Vecchio Continente. Audi, che fa sempre parte del gruppo Volkswagen, ha annunciato la chiusura di uno stabilimento di auto elettriche a Bruxelles, in Belgio. Mentre Ford ha fatto sapere che licenzierà 4mila dipendenti delle fabbriche europee entro il 2027. Tutto questo mentre Northvolt, il più grande produttore europeo di batterie, ha presentato istanza di fallimento negli Stati Uniti e non è ancora chiaro se e come riuscirà a continuare la propria attività. Il settore dell’automotive, che in Europa dà lavoro a 13 milioni di persone, è alle prese con una trasformazione epocale, il passaggio dai motori endotermici ai veicoli a batteria, che si sta rivelando più complessa del previsto. L’Unione europea, all’interno delle politiche del Green Deal, ha approvato norme ambiziose per spingere il settore verso modelli più sostenibili, ma le vendite di modelli elettrici stanno crescendo ben al di sotto delle aspettative.
In copertina: La fabbrica di Volkswagen a Wolfsburg, in Germania (EPA/Filip Singer)