Meloni: «Nel centrodestra anime diverse ma troviamo sempre la sintesi». Tajani e Salvini fanno pace: «Avanti fino al 2027»
L’occasione per ricucire gli strappi nella maggioranza il governo se la prende all’Assemblea nazionale di Noi Moderati. Dopo le rivelazioni di ieri sulle violenze subite da sei delle 13 delegate del partito, domenica 1 dicembre è il giorno dei leader di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia che dal palco e in collegamento ribadiscono la forza dell’esecutivo, minimizzando le contrapposizioni degli ultimi giorni. Esplose anche in Senato, con l’affossamento di due emendamenti molto cari a due pezzi della maggioranza: quello sl canone Rai per la Lega e quello sulla sanità calabrese per Forza Italia. «La nostra coalizione è composta sì da forse politiche diverse, ognuna ha la sua identità e la sua storia che sono un valore aggiunto e ciò che ci rende forti e coesi è la volontà, la voglia di stare insieme, che è quello che ci consente di fare sempre sintesi e di trovare un punto di incontro», ha dichiarato la premier Meloni, «siamo uniti dalla stessa visione del mondo di fondo, crediamo negli stessi valori, abbiamo idee compatibili e intendiamo portare avanti fondamentalmente gli stessi progetti».
Tajani e Salvini fanno pace
I leader di Forza Italia e Lega provano a mettere da parte le scorie dell’ultima settimana e assicurano che le divergenze di vedute non si tramuteranno mai in una crisi di governo. Matteo Salvini non ha dubbi sulla legislatura: «Questo è un governo in cui credo, che arriverà fino al 2027 nonostante il voto contrario su questo o quell’emendamento». Parole rasserenanti anche quelle di Antonio Tajani, impegnato in queste ore anche con la nuova crisi in Siria: «Vi siete fissati con le divisioni, un’idea non è una divisione. Un’idea è un’idea. Avere opinioni diverse è normale e giusto, poi si fa la sintesi. Non si illuda nessuno che ci siano delle divisioni profonde dentro questo governo. Andremo avanti fino alla fine della legislatura, se ne facciano una ragione. È inutile cercare divisioni che non esistono».