Aggredito dal branco perché difendeva l’amico, il pestaggio e la prognosi di 4 mesi. La madre: «Mio figlio ridotto a un mostro ma non voglio vendetta»
Non ha nascosto il suo orgoglio Alessandra Mauriello, per il coraggio dimostrato da suo figlio intervenuto a proteggere un amico aggredito da un gruppo di giovani. Ma neanche la paura, perché poi il branco ha preso di mira lui con una violenza inaudita, colpendoli con calci e pugni anche una volta finito a terra. Il 18enne non ha detto nulla ma la mattina dopo non ha potuto nascondere il pestaggio. «Mio figlio lo avevano ridotto a un mostro. Noi lo abbiamo scoperto il giorno dopo quanto accaduto. Quella sera quando è tornato a casa si è chiuso in camera. La mattina dopo doveva andare a scuola ma non voleva uscire dalla stanza. Ho aperto la porta e ho capito, aveva il viso completamente tumefatto, un occhio gonfio. Era irriconoscibile», ha raccontato ai quotidiani la donna, «purtroppo noi non stiamo bene, per la sua storia clinica, per quello che lo aspetta ancora per parecchi mesi, per il suo reinserimento psicologico». Secondo gli investigatori della Procura di Torre Annunziata che hanno eseguito sei misure cautelari a carico di sei giovani tra i 18 e i 20 anni, finiti agli arresti domiciliari, il 18enne è finito vittima del pestaggio per aver tentato di difendere un suo amico. Il 16 ottobre scorso il coetaneo si era attirato le ire di uno del gruppo per aver accompagnato a casa la sua ex fidanzata. La vittima è quindi intervenuta, in viale degli Aranci, nel centro di Sorrento, ed è stata aggredita dal branco. Il tutto in una zona molto frequentata, anche se nessuno nei loclai intorno sembra aver sentito o visto nulla. Lo hanno colpito con calci e pugni alla testa, anche una volta finito a terra, anche ormai privo di sensi. Ha riportato la frattura della mandibola e dello zigomo, il volto è stato massacrato e si è dovuto sottoporre a varie operazioni chirurgiche. La prognosi è di 3-4 mesi per la completa guarigione dalle sole ferite fisiche. «Mi aspetto che questi ragazzi imparino dalla disavventura di mio figlio che la vita degli altri va rispettata. Ho solo tanta speranza che questi ragazzi siano recuperabili perché sono la nostra società del domani», il pensiero della madre della vittima, «non deve più succedere».
Foto di copertina: ANSA/CARABINIERI