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«Brain rot» è la parola dell’anno per Oxford. Cosa significa la «marcescenza del cervello» e cosa c’entra con i social

02 Dicembre 2024 - 09:24 Antonio Di Noto
brain rot parola dell'anno
brain rot parola dell'anno
Il termine si riferisce al consumo sfrenato di contenuti perlopiù insensati tipico dei social media

Contenuti senza senso che si susseguono ininterrotti sotto il dito che scrolla sullo schermo dello smartphone. La parola dell’anno per l’Oxford Dictionary è «brain rot». Letteralmente «marcescenza del cervello». Il prestigioso dizionario britannico definisce brain rot come: «Il presunto deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona. Spesso considerato il risultato del consumo eccessivo di materiale (in particolare di contenuti online) considerato banale o poco stimolante».

«Brain rot parla di come usiamo il nostro tempo libero»

La locuzione esiste da centinaia d’anni. Il primo uso registrato dall’Oxford Dictionary risale al 1854, nel libro Waden di David Thoreau. Ma al giorno d’oggi il suo significato ha assunto una connotazione ben precisa, illustrata dal presidente di Oxford Languages, Casper Grathwohl: «Brain rot parla di uno dei pericoli percepiti della vita virtuale e di come stiamo usando il nostro tempo libero. Costituisce uno dei capitoli da affrontare nel dibattito culturale sul rapporto tra umanità e tecnologia. Non sorprende che così tanti elettori abbiano abbracciato il termine, sostenendolo come scelta di quest’anno».

La GenZ e il brain rot

«Trovo anche affascinante – ha aggiunto il presidente – che la locuzione brain rot sia stata adottata dalla Generazione Z e dalla Generazione Alpha. Fasce demografiche in gran parte responsabili dell’uso e della creazione dei contenuti digitali a cui il termine si riferisce». In effetti, è proprio sugli stessi social media che il termina ha acquisito la popolarità di cui gode oggigiorno. Per rendersene conto è sufficiente una ricerca su TikTok, dove il brain rot spopola costituendo una vera e propria categoria di video senza senso. Squali che nuotano nel cielo e meme che si trasformano esseri umani sono giusto un paio di esempi di quello che si vede nella lunga lista di clip. C’è anche chi fa sua la tendenza e ne reclama il diritto. «Non posso affrontare la settimana se non ho avuto almeno un giorno di brain rot durante il weekend», affermano molti.

Da Demure a Lore, le altre finaliste

Brain rot si è affermata contro cinque altre finaliste. Demure, che è salita alla ribalta in seguito ai trend estivi sui social media che fanno riferimento a un comportamento riservato e responsabile. Dynamic pricing, ovvero la variazione del prezzo di un prodotto o servizio in base alla domanda – se n’era parlato molto quando il principio era stato applicato ai biglietti per l’atteso nuovo tour degli Oasis. Lore, un insieme di fatti e informazioni di base relative a qualcuno o qualcosa, tipicamente nel mondo fantasy. Romantasy, un genere di narrativa che combina romanticismo e fantasy. E slop, contenuti online di bassa qualità generati utilizzando l’intelligenza artificiale.

Goblin Mode e Rizz

Ad ottenere il riconoscimento di parola dell’anno dell’Oxford Dictionary erano state rizz nel 2023 e goblin mode nel 2022.

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