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Fatima Sarnicola, abusata in orfanotrofio e rinata in Italia: «Ogni giorno penso ai 30 mila bimbi senza famiglia in Italia»

02 Dicembre 2024 - 07:34 Alba Romano
fatima sarnicola
fatima sarnicola
Oggi è laureanda in biologia e modella. La madre aveva 14 figli, è arrivata ad Agropoli grazie alla sorella

Fatima Sarnicola, laureanda in biologia, ha raccontato la storia della sua vita su Adopt Life, giornale dedicato all’affido. Lei è nata nel 1997 in un piccolo villaggio della Lituania che si chiama Skaciai. Ma è crescita in Italia a partire dagli 8 anni. Su TikTok ha 164 mila followers. La madre aveva 14 figli: «Ricordo la nostra casa minuscola e trascurata, di appena 20 metri quadri, circondata da colline. Quando avevo due anni, la vicina di casa ha fatto una segnalazione agli assistenti social. Da quel momento la mia vita è cambiata, sono arrivati e mi hanno portato via». Da lì è finita in un orfanotrofio a Kursenai. «C’erano bambini di tutte le età, dagli 0 ai 18 anni. Io ero la più piccola nella stanza. Provavo a nascondermi sotto il letto per rendermi invisibile».

Bullismo e maltrattamenti

Bullismo e maltrattamenti erano all’ordine del giorno, dice lei oggi al Messaggero: «Se tornavo tardi da scuola o commettevo un errore, usavano un bastone di legno per punirmi. Non c’era amore, né protezione». Lei ricorda ogni cosa: «Quando vivi traumi così forti, il tuo cervello registra tutto». Poi l’affido a una zia biologica: «Pensavo di aver trovato un rifugio, chiesi persino di essere adottata. Ma un giorno, per colpa della mia sorellastra e dei suoi amici, vissi il mio primo abuso fisico». A quel punto scelse «di interrompere ogni rapporto. Non volevo più soffrire». In seguito viene adottata da una famiglia italiana di Agropoli in provincia di Salerno.

L’arrivo in Italia

«L’affido è stato strettamente legata a mia sorella Anna. Era in lista urgente per problemi di salute. Inizialmente i miei genitori adottivi dovevano prendere solo lei. Ma quando fu aggiunto il mio nome, non si sono tirati indietro», spiega. «Lei mi ha salvato la vita. Senza di lei, forse non sarei mai stata adottata», aggiunge. E ancora: «Nei primi mesi in Italia ho imparato a conoscere la mia nuova famiglia e a recuperare l’infanzia che mi era stata negata».

Perché «dovevo affrontare anni di ferite, fisiche ed emotive, e anche il razzismo. A scuola, non mi sentivo accettata né dai compagni né dagli insegnanti perché ero straniera e non sapevo bene la lingua». «Ogni giorno penso ai 30.000 bambini senza famiglia in Italia e ai 200.000 all’estero. Raccontare la mia storia è stata la terapia più grande. Voglio che il mondo sappia cosa significa essere orfani e avere una seconda possibilità», conclude Fatima nel colloquio con Laura Pace.

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