Intel, lascia a sorpresa l’ad Pat Gelsinger: il colosso dei microchip chiuderà l’anno in perdita per la prima volta dopo 40 anni
Pat Gelsinger, amministratore delegato di Intel, si è dimesso dopo quasi quattro anni alla guida del colosso americano dei semiconduttori. A sostituirlo, almeno per ora, saranno due dirigenti dell’azienda californiana, David Zinsner e Michelle Johnston Holthaus, mentre Frank Yeary è stato nominato presidente esecutivo ad interim della società. L’annuncio arriva in un momento di grande difficoltà per Intel, le cui azioni hanno perso il 52% del loro valore da inizio 2024. Il passo indietro di Gelsinger, alla guida del colosso americano dal 2021, sembra andare nella direzione di ciò che chiedevano gli investitori. In apertura dei mercati, il titolo di Intel ha guadagnato il 5%.
L’ingresso in azienda a 18 anni
Entrato in Intel per la prima volta a 18 anni, Gelsinger è tra gli ideatori del processore Intel 80486 di quarta generazione, introdotto nel 1989 sul mercato. A 32 anni diventa il più giovane vicepresidente nella storia dell’azienda, ma nel 2001 lascia l’azienda per unirsi a Emc. Nel 2021, Gelsinger torna in Intel in veste di amministratore delegato, proprio mentre il colosso californiano è alle prese con una grande riorganizzazione del proprio portafoglio di attività.
La scommessa sui chip
Gelsinger approva la costruzione di enormi impianti di produzione di chip, sia negli Stati Uniti che all’estero, con l’obiettivo di raggiungere i rivali Tsmc e Samsung. L’ad di Intel si attiva anche in prima persona per spingere il Congresso a sovvenzionare la produzione di chip sul suolo americano. Un’intensa attività di lobbying che porta all’approvazione del Chips Act, che assegna a Intel 7,86 miliardi di dollari.
Le perdite e i licenziamenti
Il piano di Gelsinger è ambizioso, forse troppo. E presto ci si accorge che i risultati dell’azienda non raggiungono l’asticella fissata dall’amministratore delegato. Gaudi, l’acceleratore di intelligenza artificiale di Intel pensato per competere con i prodotti di Nvidia, non regge il peso delle aspettative. E nel 2023, i ricavi di Intel si riducono a 54 miliardi di dollari, un terzo in meno rispetto all’anno di insediamento di Gelsinger. L’azienda, in tutta risposta, annuncia 15mila licenziamenti e un piano di riduzione dei costi da 10 miliardi di dollari, che finisce per sospendere o ritardare la costruzione di diversi stabilimenti di produzione di chip. Secondo gli analisti, nel 2024 Intel perderà 3,68 miliardi di dollari. Si tratterà della prima volta dal 1986 che il colosso californiano chiuderà l’anno con una perdita netta.
December 2, 2024
In copertina: Pat Gelsinger, ceo dimissionario di Intel, al Forum di Davos, 17 gennaio 2024 (EPA/Gian Ehrenzeller)