La grazia del figlio Hunter è l’ultimo atto di Joe Biden: «Rischiava 20 anni di carcere»
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato di aver graziato il proprio figlio Hunter Biden. Che era in attesa di sentenza in due distinti processi per possesso illegale di un’arma e per evasione fiscale. «Oggi ho firmato la grazia per mio figlio Hunter. Dal giorno in cui ho assunto l’incarico, ho detto che non avrei interferito con il processo decisionale del Dipartimento di Giustizia. E ho mantenuto la parola anche quando ho visto mio figlio essere selettivamente e ingiustamente perseguito», ha affermato Joe in una dichiarazione rilasciata dalla Casa Bianca. «Spero che gli americani capiscano perché un padre e un Presidente siano giunti a questa decisione».
La persecuzione di Hunter
«C’è stato un tentativo di fare a pezzi Hunter, che è sobrio da cinque anni e mezzo, anche di fronte ad attacchi incessanti e procedimenti giudiziari selettivi», ha aggiunto. E ancora: «Senza fattori aggravanti come l’uso in un crimine, gli acquisti multipli o l’acquisto di un’arma come prestanome, le persone non vengono quasi mai processate per reati gravi solo per come hanno compilato un modulo per le armi. Coloro che hanno pagato in ritardo le tasse a causa di gravi dipendenze, ma le hanno restituite in seguito con interessi e sanzioni, in genere ricevono sanzioni non penali. È chiaro che Hunter è stato trattato in modo diverso». La conclusione: «Per tutta la mia carriera ho seguito un semplice principio: dire semplicemente la verità al popolo americano. Esso sarà imparziale. Una volta presa questa decisione questo fine settimana, non aveva senso ritardarla ulteriormente».
I processi di Hunter Biden
La grazia, accettata subito dal figlio, riguarda entrambi i processi istruiti da un procuratore speciale (nominato dal dipartimento di giustizia dell’amministrazione Biden). A dicembre erano attese le sentenze, col rischio del carcere. Il 12 in Delaware per aver acquistato illegalmente una pistola omettendo di dichiarare la sua dipendenza dagli stupefacenti. E il 16 in California per aver evaso almeno 1,4 milioni di dollari di tasse tra il 2016 e il 2019. Soldi che sono stati spesi in «droga, escort, sex club, hotel di lusso e proprietà in affitto, auto costose, vestiti e altri oggetti di natura personale». Imputazioni, le ultime, per le quali Hunter aveva ammesso la propria colpevolezza confidando in una pena ridotta. La finestra della grazia concessa dal padre va però oltre il tempo dei due reati per i quali è stato dichiarato colpevole. E cioè fino al 2014.
Il rischio carcere
Hunter rischiava da 4 a 20 anni di carcere. La sentenza del 16 gli faceva rischiare 17 anni, anche se secondo gli esperti sarebbe stata di 3. Per i tre reati federali rischiava 25 anni. Anche in questo caso si parlava di un anno e mezzo o due, a salire. Le due condanne si sarebbero sommate. Sul social X è diventato virale l’hashtag “Good for Joe”, come a dire bravo Joe, buon per Joe, congratulazioni. Donald Trump invece ha chiesto polemicamente se la grazia data da Joe ad Hunter «include anche gli ostaggi del 6 gennaio, che sono stati imprigionati per anni? È un tale abuso e travisamento della giustizia!» Il riferimento del tycoon è alle persone condannate per l’insurrezione del 6 gennaio 2021, quando centinaia assaltarono il Congresso nel tentativo di fermare la certificazione della vittoria di Biden alle presidenziali del 2020.