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Vivere fino a 100 anni? Il segreto è nella genetica. Lo studio che trasforma le cellule degli anziani in staminali e ferma l’invecchiamento e l’Alzheimer

02 Dicembre 2024 - 08:39 Antonio Di Noto
vivere a 100 anni longevità segreto cellule staminali
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Un team di ricerca all'Università di Boston ha creato una banca genetica degli ultracentenari per studiare i loro segreti

Qual è il segreto per vivere fino a 100 anni? Secondo i ricercatori della Boston University Chobanian & Avedisian School of Medicine, sta nel patrimonio genetico di coloro che spesso toccano il secolo di età. Per questo, l’ateneo sta creando una banca genetica dei centenari. L’obiettivo è usare le cellule degli anziani come base per programmare cellule staminali e scoprire se il Dna delle persone particolarmente longeve contiene segreti che possono essere svelati e sfruttati per garantire una vita più lunga e salutare al resto della popolazione mondiale. Il team di ricerca è intenzionato a condividere i risultati dei propri studi con i colleghi di altri centri di ricerca per velocizzare il processo.

Anziani difficili da trovare

L’idea deriva dalla difficoltà che spesso i ricercatori incontrano quando devono reperire campioni genetici di persone molto anziane. Gli ultracentenari sono pochi. E spesso è difficile rintracciarli, si legge su Nature. Avere una banca genetica dei centenari accessibile agli scienziati di tutto il mondo è un enorme passo avanti per scoprire l’eventuale segreto della longevità e applicarne i principi a moltissime persone che potrebbero potenzialmente diventare più resistenti ad alcuni problemi tipici dell’età avanzata: una maggiore tendenza ad ammalarsi e l’avanzare di patologie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer.

La forza dei centenari

Le persone che vivono fino a 100 anni hanno una straordinaria capacità di riprendersi da infortuni e problemi fisici, spiega George Murphy, biologo delle cellule staminali alla Boston University Chobanian & Avedisian School of Medicine. L’esperto cita l’esempio di un centenario di sua conoscenza che è guarito dall’influenza spagnola del 1912 e dal COVID-19. per due volte. La teoria che Murphy e il suo team sperano di dimostrare prevede che gli anziani possiedano un corredo genetico che li protegge dalle malattie.

Perché invecchiamo

Alla raccolta di materiale genetico hanno già aderito numerosi centenari. I partecipanti sono stati valutati nelle loro capacità cognitive e fisiche e sono stati prelevati campioni del loro sangue. La maggior parte di loro sono cognitivamente sani. Di circa 30 centenari, i ricercatori hanno isolato le cellule del sangue e le hanno riportate a uno stato pluripotente. Staminali che possono essere trasformate in qualsiasi tipo di cellula nel corpo. Le cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC) perdono molti aspetti della loro età attraverso il processo di reversione ma non alterano il loro codice genetico. Ciò consente ai ricercatori di utilizzare le cellule per studiare i fattori genetici che determinano l’invecchiamento.

La battaglia contro l’Alzheimer

Le cellule staminali sono già state utilizzate dalla squadra di ricerca per generare neuroni che nei test preliminari hanno dimostrato la capacità di riconoscere la qualità delle proteine da essi prodotte. Un aspetto che normalmente viene meno con l’età e contribuisce allo sviluppo di patologie neurodegenerative. Un altro gruppo di ricerca ha creato modelli cerebrali 3D del morbo di Alzheimer utilizzando cellule cerebrali derivate da centenari e li ha confrontati con modelli realizzati da cellule derivate da individui sessantenni. In studi preliminari, i ricercatori hanno scoperto che le cellule cerebrali derivate da centenari esprimono alti livelli di geni associati alla protezione dal morbo di Alzheimer.

Foto di copertina da Pixabay

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