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Crisi dell’auto, Ribera gela i nemici del Green Deal: «Confermato stop del 2035 a benzina e diesel»

03 Dicembre 2024 - 17:03 Gianluca Brambilla
teresa ribera crisi auto stop 2035
teresa ribera crisi auto stop 2035
Le parole della nuova commissaria europea: «Stiamo discutendo di come accompagnare l'industria, ma le tempistiche non saranno toccate»

La Commissione europea non farà alcun passo indietro sullo stop ai motori benzina e diesel a partire dal 2035. Lo ha assicurato Teresa Ribera, l’ex ministra spagnola scelta da Ursula von der Leyen come nuova commissaria europea alla Transizione ecologica. «È una cosa che nessuno sta prendendo in considerazione, né noi, né nessun altro», ha assicurato la nuova vicepresidente esecutiva della Commissione europea a margine della visita alla ArcelorMittal di Gand, in Belgio. La vera questione sul tavolo, ha precisato poi Ribera, è come «accompagnare l’industria automobilistica europea in un processo di trasformazione in corso e in una corsa industriale globale attivata da anni», mantenendo però «stabilità» e certezza sulle tempistiche.

Licenziamenti e fabbriche chiuse

La crisi dell’automotive è senz’altro uno dei dossier più scottanti sul tavolo del nuovo esecutivo comunitario. Il regolamento sulle emissioni di CO2, approvato nel 2022 nell’ambito del Green Deal, ha introdotto lo stop alla produzione di nuove vetture a benzina e diesel a partire dal 2035. La transizione dai motori a combustione ai veicoli a batterie si sta rivelando però più complicata del previsto, con le vendite di auto elettriche che stentano a decollare. In Germania, Volkswagen ha annunciato la chiusura di tre fabbriche e decine di migliaia di licenziamenti. Un piano fortemente contestato dal sindacato dei metalmeccanici, IG Metall, che ha risposto proclamando uno sciopero a oltranza. Audi, che fa sempre parte del gruppo Volkswagen, ha annunciato la chiusura di uno stabilimento a Bruxelles, mentre la produzione di veicoli in Italia continua a colare a picco, con l’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares che ha rassegnato le dimissioni con più di un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale.

Il pressing dell’Italia per riaprire il regolamento Ue

Al Consiglio Competitività del 28 novembre, il governo italiano ha presentato un documento che chiede la revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 delle automobili. Il non-paper, presentato insieme alla Repubblica Ceca, è stato accolto con favore da altri cinque Paesi Ue: Austria, Bulgaria, Romania, Slovacchia e Polonia. I sette governi chiedono di anticipare dal 2026 al 2025 la revisione delle regole europee e di aprire il regolamento a un mix più ampio di tecnologie: non solo l’elettrico ma anche i biocarburanti. Secondo alcune indiscrezioni, queste proposte avrebbero ricevuto l’appoggio anche dei Popolari europei, la famiglia politica a cui appartiene la stessa Ursula von der Leyen. Nel discorso con cui ha chiesto la fiducia al Parlamento europeo, quest’ultima ha annunciato che avvierà un Dialogo strategico sul futuro dell’automotive insieme a tutte le parti coinvolte. A criticare esplicitamente le politiche europee sull’automotive – e in particolare il target del 2035 – sono invece i Conservatori, di cui fa parte anche Fratelli d’Italia, e i Patrioti, di cui fa parte la Lega.

In copertina: Teresa Ribera, commissaria europea alla Transizione pulita, giusta e competitiva (EPA/John Thys)

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