In Evidenza ACF FiorentinaGoverno MeloniStellantis
ATTUALITÀFriuli-Venezia GiuliaInchiesteLiliana ResinovichOmicidiSuicidiTrieste

Svolta nell’omicidio di Liliana Resinovich, le rivelazioni sulla perizia: «Segni e lesioni prodotte da terze persone»

L'anticipazione de Il Piccolo delle analisi sui resti della donna trovata cadavere il 5 gennaio 2022 in un boschetto vicino l'ex ospedale psichiatrico di Trieste

Secondo la perizia medico-legale dei periti della Procura di Trieste, sul corpo della 63enne Liliana Resinovich trovata cadavere a Trieste il 5 gennaio 2022 ci sarebbero segni e lesioni prodotte da terze persone. Una possibile svolta al caso della donna scomparsa di casa il 14 dicembre 2021 e scoperta priva di vita nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni. Ad anticipare la perizia dei medici, attesa entro il 15 dicembre, è stato il quotidiano Il Piccolo.

La morte per asfissia

La perizia dei consulenti della Procura conferma la morte dovuta a lenta asfissia. Resinovich fu trovata in due grandi sacchi neri, di quelli utilizzati per i rifiuti, infilati dalla testa e dai piedi. La testa era chiusa in due sacchetti bianchi di quelli utilizzati per gli alimenti. Gli inquirenti e gli investigatori hanno sempre sostenuto l’ipotesi del suicidio, in un primo momento la procura aveva anche chiesto l’archiviazione del caso. Ma a giugno 2023 il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trieste aveva disposto nuove indagini sulla morte della donna.

Colpi come schiaffi

I segni evidenziati dai periti sono del tutto nuovi: potrebbero essere stati causati da colpi, come schiaffi. La seconda autopsia avrebbe evidenziato una lieve frattura alla seconda vertebra toracica, che, riporta Il Piccolo, sembrerebbe risalire a poco prima del decesso, e un’infiltrazione, un’emorragia sulla mano destra. Gli esami sul corpo di Resinovich sono stati condotti dall’antropologa forense Cristina Cattaneo, i medici legali Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone, e l’entomologo Stefano Vanin che stanno operando all’Istituto di Medicina legale dell’Università di Milano. A loro si affiancano il docente alla Sapienza Vittorio Fineschi e Stefano D’Errico, consulenti dell’associazione Penelope.

Articoli di ATTUALITÀ più letti
leggi anche