Si compie la vendetta di von der Leyen contro il lupo: il Consiglio d’Europa vota per declassarlo a «specie protetta»
Via libera del Consiglio d’Europa alla richiesta dell’Unione europea di abbassare il livello di protezione per i lupi. Il comitato permanente della convenzione di Berna per la conservazione della flora e della fauna selvatiche ha votato a favore della proposta di Bruxelles. La decisione entrerà in vigore solo tra tre mesi e a patto che diciassette paesi del Consiglio d’Europa non si oppongano. Qualora questo non accada, lo status di protezione del lupo sarà abbassato da «specie rigorosamente protetta» a «specie protetta», così come richiesto dall’Ue. Tradotto in termini più semplici: l’abbattimento dei lupi sarà molto più facile.
La battaglia politica (e personale) di Ursula von der Leyen
Il “declassamento” del livello di protezione del lupo è stato interpretato da molti come una battaglia politica, se non addirittura personale, di Ursula von der Leyen. Nel 2022, la presidente della Commissione europea si è vista sbranare il suo pony, Dolly, proprio da un lupo. Ed è proprio all’indomani di quell’episodio che la politica tedesca si è attivata in prima persona per abbassare lo status di protezione dell’animale. «Il ritorno dei lupi è una buona notizia per la biodiversità in Europa, ma la concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale soprattutto per il bestiame», si legge nel comunicato con cui von der Leyen ha chiesto al Consiglio d’Europa di abbassare il livello di protezione del lupo. Se fra tre mesi la decisione entrerà in vigore, Bruxelles potrà proporre a sua volta una modifica dello status di protezione del lupo nel quadro della Direttiva Ue Habitat.
December 3, 2024
Cosa cambia tra «specie particolarmente protetta» e «specie protetta»
La convenzione di Berna, che è un documento del Consiglio d’Europa, fissa alcune regole sulla conservazione della fauna selvatica e del loro habitat naturale. Quando una specie è considerata «particolarmente protetta», sono vietate tutte le forme di cattura e detenzione deliberate, l’uccisione, il danneggiamento o la distruzione dei siti di riproduzione e di riposo, il disturbo in particolare durante il periodo della riproduzione, ma anche il possesso e il commercio dell’animale vivo o morto. Quando una specie rientra invece tra quelle «protette», la convenzione di Berna indica che i Paesi, pur dovendo continuare ad assicurarne la sopravvivenza, possono agire per prevenire «danni importanti a coltivazioni e allevamenti».
Esultano destre e agricoltori
La decisione del Consiglio d’Europa ha suscitato reazioni molto diverse tra i corridoi della politica. Von der Leyen parla di «una notizia importante per le nostre comunità rurali e gli agricoltori». E questi ultimi, infatti, sembrano apprezzare. «Un passo importante per frenare l’espansione incontrollata dei predatori, in particolare in montagna», esulta Confagricoltura, una delle principali associazioni di categoria in Italia. Ma a condividere la decisione del Consiglio d’Europa sono anche il ministro Francesco Lollobrigida, che la reputa «una grande notizia», e Pietro Fiocchi, eurodeputato di Fratelli d’Italia con la passione per la caccia: «Dopo anni di battaglie e appelli inascoltati, oggi vediamo i primi risultati di un percorso che richiede ancora il nostro impegno». Critico invece Angelo Bonelli, co-portavoce di Alleanza Verdi-Sinistra, che se la prende con la lobby dei cacciatori: «Vogliono uccidere tutto ciò che si muove nei boschi e nei campi, purché non sia umano. E a volte sparano anche agli umani».
Protesta il Wwf
A opporsi alla decisione del Consiglio d’Europa sono anche le principali associazioni ambientaliste, a partire dal Wwf, che denuncia il rischio di imbarcarsi in «un percorso pericoloso in cui gli interessi di parte e gli approcci ideologici anti-natura potrebbero avviare una revisione generalizzata della normativa europea in materia di conservazione della natura». Dante Caserta, responsabile Affari legali e istituzionali di Wwf Italia, parla di una decisione ingiustificata e punta il dito anche contro il governo italiano, che «si è fatto portavoce in Europa di queste istanze antiscientifiche».
December 3, 2024
La Lombardia inizia a muoversi
Nel frattempo, c’è già chi inizia a muovere i primi passi per recepire quanto stabilito dal Consiglio d’Europa. È il caso della Lombardia, dove l’assessore all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, ha proposto un tavolo di confronto tra le regioni interessate per definire una strategia comune. «In queste ore scriverò ai miei colleghi assessori per avviare un percorso condiviso. Questo nuovo quadro normativo – spiega l’assessore regionale – consente finalmente di attuare misure razionali, indispensabili per assicurare una coesistenza equilibrata tra attività umane e fauna selvatica».
Foto di copertina: Dreamstime/Mikael Males