Usa-Cina, la guerra dei chip: Pechino proibisce l’export dei componenti chiave per i semiconduttori
Donald Trump non è ancora arrivato alla Casa Bianca, ma tra Cina e Usa è già aria di guerra commerciale sul fronte tecnologico. Pechino ha annunciato oggi la messa al bando «con effetto immediato» dell’export verso gli Stati Uniti di una serie di componenti chiave per la produzione di microprocessori. La stretta arriva all’indomani di quella decisa dagli Usa sulle spedizioni di microchip verso la Cina, e riguarda, nello specifico, gallio, germanio, antimonio e materiali superduri correlati. Le esportazioni di grafite, un altro componente chiave, saranno inoltre soggette a «revisioni più severe degli utenti finali e degli usi finali». Il bando è legato a «preoccupazioni per la sicurezza nazionale», ha precisato il ministero del Commercio, che sottolinea il valore dual use dei materiali, utili per la produzione di semiconduttori, ma anche per applicazioni di difesa. Secondo stime dell’US Geological Survey, un divieto completo sull’export di gallio e germanio potrebbe avere un impatto sul Pil degli Stati Uniti di circa 3,4 miliardi di dollari.
La stretta Usa e la risposta cinese
«Per salvaguardare gli interessi della sicurezza nazionale e adempiere agli obblighi internazionali come la non proliferazione, la Cina ha deciso di rafforzare i controlli sulle esportazioni di articoli a duplice uso rilevanti verso gli Stati Uniti. Qualsiasi organizzazione o individuo in qualsiasi Paese o regione che violi le normative pertinenti sarà ritenuto responsabile secondo la legge», ha aggiunto il ministero del Commercio cinese. Ieri gli Usa avevano annunciato restrizioni sulle vendite a 140 aziende, tra cui le aziende cinesi di chip Piotech, SiCarrier e Naura Technology che produce apparecchiature per la produzione di chip, secondo il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. La mossa amplia gli sforzi di Washington per frenare le esportazioni di chip all’avanguardia verso la Cina, che possono essere utilizzati in sistemi di armi avanzati e intelligenza artificiale. Le nuove regole statunitensi includono anche controlli su una ventina di tipi di apparecchiature per la produzione di chip e tre tipi di strumenti software per lo sviluppo o la produzione di semiconduttori. Pechino ha reagito a stretto giro e promesso la difesa dei propri interessi, accusando gli Stati Uniti di «abusare delle misure di controllo delle esportazioni» e di
«ostacolare i normali scambi economici e commerciali».