Nome, simbolo e fondazione: così Beppe Grillo prepara la guerra al M5s (con Raggi e Di Battista)
Una guerra di logoramento non solo legale. Con una battaglia nelle aule dei tribunali per il simbolo. «Meglio che finisca in una teca piuttosto di darlo a Conte». E, in prospettiva, una fondazione. Per custodirlo ma anche per usarlo. Con fedelissimi del calibro di Virginia Raggi e Danilo Toninelli. E la prospettiva dell’eredità ad Alessandro Di Battista. Dopo il funerale del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo si prepara alla faida messicana con Giuseppe Conte. Mentre l’ex Avvocato del Popolo confida nel quorum per voltare pagina. Ma c’è chi parla anche di un piano B. Che prevede un nuovo soggetto politico, con un nome e un simbolo diversi e un gruppo parlamentare rinnovato. “Progressisti e indipendenti” è uno dei nomi gettonati.
Il carro funebre
Per Beppe il M5s è morto perché è «un partitino progressista che fa giochini di 20 anni fa». Non si fa illusioni sulla seconda votazione: «Ho già perso». Ma, spiega Il Fatto Quotidiano, Grillo ha fatto il video per smuovere lo spicchio di base grillina che sta ancora con lui. Per questo è andato all’attacco di Roberto Fico, il caggiafa’ con l’autobus in Campania che si vuole candidare governatore nonostante abbia già fatto due mandati. E contro Alessandra Todde, considerata una contiana. «Su Statuto e simbolo siamo blindati. La scissione è un bluff», è la voce che viene dal parlamento grillino. Il notaio Alfonso Colucci dice che un’eventuale azione legale sarebbe temeraria. C’è una scrittura privata stipulata tra 2021 e 2022 con la quale Grillo si è impegnato a non promuovere contestazioni. Secondo questo accordo il fondatore è obbligato «a non prestare collaborazione ad altre associazioni».
L’attività concorrenziale
O meglio: a quelle che abbiano «finalità concorrenziali» rispetto al M5s. E una fondazione di ex grillini sarebbe l’esempio perfetto. «Farà qualcosa», è però il refrain dei fedelissimi. E c’è chi invita a guardare all’associazione Schierarsi di Di Battista, che sta raccogliendo consensi in giro per l’Italia. Per adesso Grillo e Dibba si parlano pochissimo. Ma, spiega Repubblica, c’è un lavoro di ambasciatori per una ricucitura. Anche perché la prospettiva del voto politico oggi è il 2027. C’è tempo. «La fondazione M5s potrebbe sostenere il partito di Di Battista», è lo scenario in costruzione. E Raggi? I giornali hanno scritto che è stata l’ex sindaca di Roma a trovare un avvocato per permettere a Grillo la battaglia legale contro Conte. Finisca come finisca, il suo è uno dei pochi nomi di big spendibili al fianco del Garante. Infine c’è il fedelissimo Toninelli. Che era già dalla sua parte.