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L’erede del filosofo Gianni Vattimo è una cugina calabrese di 89 anni: «Ma la casa era vuota»

04 Dicembre 2024 - 07:40 Alba Romano
gianni vattimo vaccini green pass
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Il filosofo aveva lasciato tutto al compagno Simone Caminada. Poi è intervenuto il tribunale

L’eredità di Gianni Vattimo va a una cugina calabrese di 89 anni. Si chiama Rita Vattimo e abita a Cetraro in provincia di Cosenza. Dopo che il tribunale l’ha tolta a Simone Caminada, lei è entrata in possesso dell’appartamento in via Po a Torino. Inizialmente il tribunale l’aveva assegnata a due cugine piemontesi. Poi è comparsa la figlia del fratello del filosofo. E le altre due si sono ritirate senza strascichi legali. Gianni e Rita si erano conosciuti e frequentati in gioventù, poi i rapporti si erano diradati.

«In verità mia nonna, così come altre nipoti, aveva cercato di mantenere un legame, ma ogni tentativo di mettersi in contatto con lui era risultato vano», dice l’avvocato Emilio Enzo Quinteri, che ha curato l’eredità.«Nella casa di via Po abbiamo trovato alcune vecchie foto di famiglia, tra cui quelle di Vattimo ragazzino in vacanza a Cetraro. Ma tante cose sono sparite». Tra cui gli effetti personali del filosofo, i vestiti e le foto con Umberto Eco.

La parentela

«Rita Vattimo è la figlia di Michele Vattimo, fratello di Raffaele, padre del filosofo. Vattimo è di origine calabrese: il padre di Gianni era un agente di custodia e venne trasferito per lavoro nel 1925 al carcere di Torino. Nel 1926 sposò a Torino Rosa Richiero, la madre di Gianni Vattimo, che era originaria di Pinerolo. Suo fratello scelse invece di restare a Cetraro», spiega ancora l’avvocato all’edizione torinese di Repubblica. L’abitazione è di 200 metri quadri, ovviamente necessita di lavori di ristrutturazione.

«Erano rimaste parecchie spese da pagare, il frigo era ancora pieno: ho dovuto buttare via tutto e pagare le bollette. Sono rimasto stupito perché non ho trovato effetti personali, in casa era rimasto poco o niente. Nemmeno i vestiti. Gianni Vattimo avrebbe voluto lasciarli in beneficenza alla chiesa di San Filippo Neri. Ho trovato solo due completi. Ho guardato negli armadi, nei cassetti… ho trovato solo qualche foto, tra cui una del matrimonio dei genitori di Gianni, una foto del 1943 di lui ragazzino qui a Cetraro. Ma non c’erano orologi, quadri, vasi preziosi, nemmeno il taccuino di Fidel Castro. L’unico quadro è quello in soggiorno di Max Pellegrini».

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