Meloni e Orbán preparano l’era Trump: «Pace giusta in Ucraina. E sui migranti avanti col modello Albania» – Il video
Faccia a faccia a Palazzo Chigi oggi tra la premier italiana Giorgia Meloni e quello ungherese Viktor Orbán, che guida sino alla fine del 2024 anche il Consiglio Ue. I due leader della destra sovranista sono stati a colloquio per circa un’ora e mezza. Sul tavolo, secondo quanto fa sapere Palazzo Chigi, soprattutto i nodi della politica internazionale. «Hanno discusso della situazione in Medio Oriente, del loro sostegno a una pace giusta e duratura in Ucraina basata sui principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, e del loro impegno per la ricostruzione in vista della prossima Ukraine Recovery Conference che sarà ospitata dall’Italia nel luglio 2025». Sulla guerra tra Russia e Ucraina, per la verità, Meloni e Orbán hanno tenuto negli ultimi due anni posizioni ben diverse: forte sostegno a Kiev da Roma, timido e ambiguo da Budapest, che ha sempre sostenuto la necessità di dialogare con Mosca. I due primi ministri hanno comunque sempre voluto mantenere vivo il filo dell’intesa politica, e ora che Donald Trump ha rivinto le elezioni americane e prepara il cambio di linea sull’Ucraina si apprestano a interpretare il ruolo di interlocutori privilegiati in Europa della nuova Amministrazione Usa. Non a caso nella nota di Palazzo Chigi non si fa riferimento al sostegno all’Ucraina, sin qui sempre rivendicato, concentrandosi invece sugli sforzi per la pace – pallino di Orbán e Trump – pur nell’accezione cara a Kiev di «giusta e duratura».
L’asse sulla difesa e sui Balcani
Sul terreno internazionale, secondo il resoconto, i leader di Roma e Budapest hanno anche «espresso soddisfazione per l’eccellente livello di cooperazione raggiunto in ambito Nato nei settori della sicurezza e della difesa, in particolare attraverso il supporto al battaglione multinazionale a guida ungherese da parte delle Forze Armate italiane (260 soldati)» e confermato che «continueranno a garantire la presenza a supporto delle iniziative della Nato e dell’Ue per la stabilizzazione dei Balcani occidentali», ribadendo il loro «forte sostegno al processo di allargamento dei Paesi della regione». Dossier che vede allineati i due governi. Nel congratularsi con Orbán per la «riuscita della presidenza semestrale di turno del Consiglio dell’Unione europea», in effetti, Meloni ha messo l’accento, oltre che sull’adozione della dichiarazione di Budapest sulla competitività (che recepisce le raccomandazioni del rapporto Draghi) sull’importanza dell’«apertura del primo capitolo dei negoziati di adesione con l’Albania e i progressi fatti con Bulgaria e Romania per quanto riguarda l’ampliamento dell’area Schengen».
La lotta all’immigrazione e il modello Albania
Di Albania i due leader hanno parlato però pure sotto un’altra luce: quella della gestione dell’immigrazione irregolare e sulla ricerca di soluzioni «innovative» per combatterla. Meloni e Orbán, fa sapere Chigi, «hanno sottolineato l’importanza di esplorare nuove modalità per prevenire e contrastare la migrazione irregolare, nel rispetto del diritto Ue e internazionale, sulla base del percorso avviato dall’accordo Italia-Albania». Nessun passo indietro, insomma, sul modello di esternalizzazione della gestione delle domande di asilo e dei rimpatri avviato dal governo italiano, nonostante la sospensione dei trasferimenti imposta di fatto dalla magistratura alla luce della giurisprudenza europea. Al contrario, secondo i due governi la priorità è quella di mettere a punto a livello europeo «un quadro giuridico aggiornato per facilitare, aumentare ed accelerare i rimpatri dall’Unione europea, con particolare attenzione al consolidamento del concetto di Paesi di origine sicuri». Sulla cooperazione coi Paesi terzi spingono i due premier, i quali hanno ancora «auspicato un rafforzamento della cooperazione con i Paesi di origine e di transito, per affrontare le cause profonde e per combattere il traffico e la tratta di essere umani al fine di prevenire perdite di vite e le partenze irregolari».
In copertina: Giorgia Meloni riceve Viktor Orban a Palazzo Chigi – Roma, 4 dicembre 2024 (Ansa-Governo italiano / Filippo Attili)