Nyt: «Soldi in cambio di pressioni su Trump per le nomine alla Casa Bianca»
Non aveva ancora iniziato il suo lavoro come consigliere alla Casa Bianca che il neopresidente eletto Donald Trump l’ha licenziato. E l’aveva nominato a tale carica solo 22 giorni fa. William McGinley sarà infatti sostituito, come riporta il New York Times, da David Warrington, il principale avvocato della campagna elettorale del tycoon. Il motivo? McGinley sarebbe al centro di una sorta di traffico di favori che vedrebbe come protagonista l’assistente di Trump Boris Epshteyn.
Il ruolo di Epshteyn
La mossa del prossimo presidente, sostiene il Nyt, segue alcune indiscrezioni trapelate su diverse testate secondo le quali uno dei suoi principali collaboratori avrebbe cercato di trarre profitto dal suo speciale rapporto di vicinanza chiedendo decine di migliaia di dollari in “onorari” ai potenziali nominati. Epshteyn, che non ha un ruolo formale nel processo di transizione, ha negato le accuse. L’uomo si era però speso per McGinley nel ruolo di consigliere e avevo spinto per nominare Matt Gaetz alla Giustizia.
L’indagine interna di Warrington
Warrington ha una lunga esperienza in leggi elettorali ed è stato il principale avvocato di Trump nell’ultima campagna elettorale. Sarà lui ora il consulente del tycoon. In realtà, doveva essere la sua prima scelta fin dal momento della vittoria. Come scrive il Nyt, la nuova capa dello staff della Casa Bianca, Susie Wiles, l’aveva preferito ad altri. Poi però era intervenuto Epshteyn che aveva convinto il presidente a virare su McGinley. Su queste manovre era stato lo stesso Warrington a indagare. Il report del nuovo consigliere alla Casa Bianca ha concluso che Epshteyn ha sollecitato il pagamento di almeno due persone. Tra queste ci sarebbe anche il candidato Segretario del Tesoro Scott Bessent. Quest’ultimo si sarebbe però rifiutato di pagare. A questo punto il rapporto di Warrington avrebbe consigliato a Trump di allontanare Epshteyn.
Gli altri inciampi nelle nomine del Presidente
A fare un passo indietro è anche lo sceriffo della contea di Tampa in Florida, Chad Chronister nominato come capo della Dea, l’agenzia federale contro il narcotraffico. Il tycoon potrebbe però essere costretto a rinunciare anche a Pete Hegseth proposto al ministero della Difesa. Il giornalista della Fox è contestato per le accuse di molestie sessuali, di cui Trump non era a conoscenza, e i sospetti di dipendenza dall’alcol e droghe illegali.
December 3, 2024
La rinuncia di Chronister
La nomina di Chronister era arrivata solo tre giorni fa. Lo sceriffo di Tampa aveva accettato l’incarico, ma ora si è fatto indietro. Secondo quanto riferisce Massimo Gaggi sul Corriere, dietro il suo ritiro ci sono tre ipotesi. La prima consisterebbe in una maturata consapevolezza di Chronister di non essere in grado per un tale ruolo: assumerebbe la guida di circa 10mila dipendenti impegnati in operazioni in 60 Paesi. La seconda, collegata alla prima, riguarderebbe i timori dello sceriffo in quanto da capo della Dea sarebbe un obiettivo di tutte le organizzazioni criminali. Infine, a motivare il suo rapido addio ci sarebbe una possibile fronda interna allo stesso partito repubblicano. Questo perché lo sceriffo di Tampa era stato criticato da alcuni membri del Grand Old Party in quanto troppo duro nel far rispettare le norme durante l’epidemia di coronavirus. Chronister aveva anche arrestato un pastore evangelico che non aveva interrotti i raduni dei suoi fedeli.
L’imprenditore-astronauta alla Nasa
Il 41enne Jared Taylor Isaacman, imprenditore e astronauta, sarà il prossimo capo della Nasa. Isaacman è il fondatore di Draken International, una società con sede in Florida che addestra piloti per le forze armate Usa. Come riporta Ansa, la società gestisce una delle flotte più grandi al mondo di jet da combattimento privati. Il 41enne è anche il fondatore e Ceo di Shift4 Payments, un processore di pagamenti. A settembre 2024, il suo patrimonio netto stimato era di 1,9 miliardi di dollari.
In copertina: EPA/Doug Mills I L’assistente alle comunicazioni Margo Martin e l’avvocato Boris Epshteyn guardano l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump che parla con i media mentre assiste al processo per l’uso di denaro sporco presso il tribunale penale di Manhattan a New York, USA, 03 maggio 2024.