Emis Killa e quell’amicizia con Lucci: il rapper che andrà a Sanremo «perfettamente a conoscenza» degli intrecci in Curva Sud
Ci saranno anche Emis Killa e Fedez tra gli artisti in gara a Sanremo 2025, nonostante le loro amicizie con i capi ultras della Curva Sud del Milan finiti nell’inchiesta della procura sugli intrecci del tifo organizzato con ‘ndrangheta e narcotraffico. A fine settembre, nella maxi operazione che ha portato allo smantellamento dei vertici degli ultrà di Milan e Inter, è stata perquisita anche la casa del 35enne Emiliano Rudolf Giambelli, il rapper conosciuto con lo pseudonimo di Emis Killa. Il cantante veniva definito come «in rapporti» con Luca Lucci, il capo della Curva Sud finito in carcere. E come lui anche Fedez, e altri cantanti della scena rap milanese. Secondo gli inquirenti, Emis Killa il 17 agosto ha accompagnato on un Suv e ospitato in uno Skybox di San Siro Luca Lucci, la cui presenza era permessa «in virtù di un’autorizzazione rilasciata dal Tribunale di Sorveglianza di Brescia, perché “affidato in prova”». Ma tra le carte spunta anche un’altra accusa, quella di essere stato presente durante una aggressione a uno steward al Meazza lo scorso aprile, prima di Milan-Roma. «Le immagini delle telecamere immortalano il rapper che osserva i suoi amici ultras impegnati a picchiare il giovane addetto ai tornelli», scrive Lirio Abbate su Repubblica. Nella perquisizione poi al rapper gli investigatori trovarono nove coltelli, tre tirapugni, uno storditore elettrico e uno sfollagente.
I rapporti di Emis Killa con i capi ultrà
Nelle carte delle indagini sul tifo organizzato, compare il nome di Emis Killa. Per gli inquirenti ha una «mentalità» che lo accomuna agli ultrà violenti. Una mentalità che si compone di un codice, morale e comportamentale «e addirittura di abbigliamento che fanno continui richiami a simboli e denominazioni riconducibili ai concetti di forza, di violenza, di sopraffazione, che pertanto vanno al di là del semplice sostegno ed incitamento» agli ultrà rossoneri, ma hanno «l’evidente scopo di affermare la superiorità del gruppo rispetto agli altri, siano essi sostenitori della loro stessa squadra o gruppi ultras al seguito di altre compagini». Di più, secondo gli investigatori è «perfettamente a conoscenza di molti eventi che caratterizzano la vita dell’organizzazione criminale».