M5s, Vito Crimi e i 5 mila Whatsapp inviati per far votare: «Era un test urgente»
L’ex senatore del Movimento 5 Stelle Vito Crimi è il regista della votazione all’Assemblea Costituente del Movimento 5 Stelle. E in attesa dell’8 dicembre, in cui gli iscritti al M5s dovranno confermare la cancellazione della figura del Garante (ovvero Beppe Grillo). E Crimi ha chiesto ai suoi collaboratori un aiuto per consentire lo sviluppo di una «funzione che consente di inviare anche tramite Whatsapp la scheda di voto in caso di difficoltà con la mail». Precisando: «Non devono essere per forza iscritti possono anche essere i vostri familiari a qualche amico anche non iscritto». Questo ha portato a una polemica nel M5s. Oggi Crimi spiega a Giacomo Amadori su La Verità la sua versione sull’accaduto.
La versione di Crimi
Il test urgente di attendibilità per poter utilizzare Whatsapp è partito solo dopo la votazione del 23-24 novembre. Crimi conferma: «Chiaramente qualcuno dirà: perché lo stai facendo ora? Lo ammetto: è una votazione importante, sa bene quanto vale in termini mediatici, quanto vale in termini di futuro. Abbiamo due strade davanti. Per noi è un momento fondamentale. Quindi consentire la massima partecipazione è fondamentale. Consentire e non obbligare, non incentivare, per chiarirci. Il mio lavoro è quello di consentire, io sono tecnico in questa fase, non rilascio dichiarazioni, non dico nulla sulla questione politica, su Grillo-Conte e tutto il resto, non è il mio compito, specialmente in questo momento». La chiamata su Whatsapp serviva «perché non avevamo raggiunto i livelli che servivano e allora siamo partiti con questo».
La marea di richieste
Crimi dice di aver ricevuto «una marea di richieste di persone che volevano votare e non ci sono riuscite ci siamo detti, ma perché non cerchiamo di mandare anche i messaggi di Whatsapp? Se avessimo avuto degli strumenti più innovativi forse saremmo riusciti a gestirla meglio, a raggiungere più persone». Mentre sul voto dice che «per me il quorum sarà ampiamente superato e il problema non saranno le percentuali, perché quando il “no” si schiera per non andare a votare, il “sì” vola al 99%». 7.000 persone avrebbero chiesto supporto e loro sarebbero riusciti a rispondere a 4.800-5000.
Il test di attendibilità
Il test di attendibilità puntava a raggiungerne 10.000. E Crimi spiega: «Questa cosa ha funzionato, adesso abbiamo la possibilità di inviarne fino a 10.000, se dovesse essere necessario. Se vediamo delle mail che non arrivano a destinazione e ci tornano indietro, a quelle persone potremo dire: siamo in grado di inoltrarvi il link per votare via Whatsapp. Se volete eccolo, se no volete, pace, fate quello che volete». Ma durante la conversazione il quadro cambia: «Speravamo di avere almeno una cartuccera di 5.000 Whatsapp da poter utilizzare all’occorrenza. Ma siamo a 500».