«’Sto marocchino, tornatene a casa»: Michele Criscitiello di Sportitalia e gli insulti all’arbitro della Folgore
Michele Criscitiello, presidente della Folgore Caratese che milita in serie D ed editore di Sportitalia, è stato squalificato per un anno e mezzo dagli stadi italiani. Con l’accusa di aver rivolto insulti razzisti a un arbitro e avergli tolto l’acqua calda perla doccia. Ma anche di aver sputato contro e insultato i rivali. Su X si è difeso parlando di assurdità. Dice che nel referto «almeno all’80% vengono riportate falsità. A prescindere dai vizi di forma del verbale, che sono evidenti, ho molti testimoni che possono dire come è andata, sia con l’arbitro che con gli avversari». In particolare sul direttore di gara: «Il mio ufficio dà sul campo, come uno skybox. Sto seguendo la partita, apro la finestra e contesto l’arbitro durante la gara. “Sto marocchino… tornatene a casa, stai rovinando la partita”, queste parole, è vero, le pronuncio».
‘Sto marocchino, tornatene a casa
Criscitiello prosegue: «Poi all’intervallo scendo, gli vado incontro e gli dico “questo non è calcio, ci stai facendo prendere a calci, devi fischiare di più, non sei capace, come c.. stai arbitrando?”. La cosa è finita così: io non tiro alcun pugno, o calcio alla porta del suo spogliatoio, come ha riportato l’arbitro stesso, non aggiungo altro, prendo e me ne vado». Secondo lui la giacchetta nera «era supponente e arrogante. Stando così le cose, risponderà penalmente e civilmente del reato di diffamazione».
Alla fine della partita, invece, «erano gli avversari che mi volevano aggredire, erano in 15-20 contro di me, che ero solo, tutti ragazzi da un metro e novanta, cosa mai avrei potuto fare? Durante la partita erano volati insulti, ma sono cose di campo, era successo anche contro la Pro Sesto. Quelli arrabbiati erano loro perché avevano perso, non io. Tutti inveiscono, ma nessuno mi tocca».
L’ombra della Federazione
A quel punto, ricostruisce Criscitiello, «il comandante della polizia locale di Verano Brianza mi prende e mi porta via. Tutto questo succede mentre parlavo con il loro allenatore, per complimentarmi con lui (c’era anche il suo vice) perché la sua squadra è la migliore sino a ora vista in casa nostra. In molti lo possono testimoniare». Uno dei giocatori del Club Milano espulso «mentre esce sferra un pugno alla panchina. C’è stato uno scambio di parole poco gentili fra me e lui, un ragazzo straniero. Alla fine ci siamo chiariti al bar e abbiamo bevuto una birra, gli ho pure fatto i complimenti perché è davvero forte».
Secondo lui la Federazione lo ha preso di mira: «Era già successo che la Federazione prendesse di mira la nostra società, poi il Coni ci ha dato ragione su tutto, sono tre anni che aspettiamo la rifusione delle spese legali, tra l’altro». La sua è una guerra, insomma, come l’ha definita lei stesso sui social. «La porto avanti da giornalista, ho dei documenti che attestano delle condotte sbagliate in Federazione e li tirerò fuori. Sono per il rinnovamento».