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Paola Cortellesi e l’effetto “C’è ancora domani”: «Viene voglia di fare la rivoluzione ed essere libere»

05 Dicembre 2024 - 06:47 Alba Romano
La regista e attrice: «Siamo uno dei pochi Paesi che non ha l'educazione all'affettività nelle scuole»

Dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin «non possiamo più fare finta di niente. Il motivo per cui ho fatto questo film è parlare di questo argomento, dire chiaramente: “Abbiamo un problema”. I giornalisti italiani fanno un grande lavoro, dando conto delle vittime di femminicidio. Ma non basta». Paola Cortellesi, regista e attrice di C’è ancora domani, spiega oggi a La Stampa cosa si può fare per arginare l’emergenza: «Con la Fondazione “Una Nessuna Centomila” di cui faccio parte continuiamo a ripetere che è necessario che ci sia un controllo, che si spingano le donne a denunciare, ma anche che si dia loro protezione immediata e che le pene siano sempre più aspre per chi commette crimini del genere», dice a Claudia Catalli.

La prevenzione

Sulla prevenzione, invece, «siamo uno dei pochi Paesi che non ha l’educazione all’affettività nelle scuole». Dovrebbe esserci: «A seconda dei vari ordini si potrebbe parlare di educazione sentimentale, educazione al rispetto e poi educazione sessuale là dove i ragazzi sono più grandi e pronti ad affrontare l’argomento». E questo perché «se non si fa educazione non si fa esperienza, non se ne parla insieme, non si cresce insieme. E credo che il problema resti, quindi spero che attraverso questo si riesca finalmente a fare prevenzione». Mentre le nuove generazioni devono continuare il lavoro: «Un cammino comune per difendere i loro diritti, anche quelli che hanno già, perché i diritti non sono mai eterni. Bisogna continuare a difenderli e sapere come farlo aiuta».

Il successo del film

C’è ancora domani è stato il film più visto del 2023 e sesto miglior incasso per un film italiano nel 2024: «È successa una cosa grande e bella, che è stata anche una forte esperienza di vita. Quello che mi è accaduto non è detto che accada in un’intera esistenza, e il film continua a camminare in tutto il mondo». Cortellesi è entusiasta: «L’affetto del pubblico mi ha abbracciato, ho ricevuto e letto con attenzione tantissimi commenti, lettere e messaggi sui social, ma quello che mi resta veramente è racchiuso nelle parole di una ragazza che mi ha scritto: “Si esce dal film con la voglia di fare la rivoluzione ed essere libere”. Questo per me è il più grande regalo che il film mi ha fatto».

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