Chiudono le tv dell’Unicusano, Bandecchi: «250 professionisti vanno a fare gli agricoltori per colpa della magistratura»
Tanti giornalisti, da oggi, si ritrovano senza lavoro. «Oltre 250 professionalità», afferma l’ufficio stampa dell’Università Niccolò Cusano. Le emittenti Cusano Italia Tv e Cusano News 7, a cinque anni dalla prima messa in onda, hanno interrotto i palinsesti alle ore 14 di venerdì 6 dicembre. La spiegazione, stando alla nota dell’ateneo telematico, è da rintracciare nelle deliberazioni di Guardia di finanza e magistratura: «La triste decisione presa per uno spin off universitario, unico nel panorama nazionale ed europeo, la cui programmazione viene interrotta per le note vicende che hanno fatto passare le emittenti televisive come attività commerciali non attinenti allo scopo istituzionale della terza missione universitaria». Così, tutti i professionisti impiegati fino ad oggi, «sono messi in mobilità e resteranno inesorabilmente senza lavoro». Inoltre, prosegue il comunicato, «gli studenti della facoltà di Lettere, Scienze della comunicazione e Filosofia perdono l’unica opportunità di formazione professionale data da un’università nazionale nell’ambito della comunicazione televisiva». L’amministratore delegato Stefano Bandecchi e tutto il consiglio di amministrazione promettono che «ognuno pagherà per le proprie responsabilità. Il tempo è galantuomo».
La versione di Bandecchi
«Andranno a fare gli agricoltori» ha aggiunto il sindaco di Terni, con il suo caratteristico tono, a proposito dei lavoratori delle due tv. Poi, Bandecchi si lancia in un’accusa agli inquirenti: «Dopo otto mesi avevamo trovato una accordo, per un ammontare di 12,5 milioni di euro, con l’Agenzia delle entrate del Lazio. Accordo definitivo che avrebbe risolto i problemi e riportato le cose in un alveo di normalità. Ma la magistratura e la Guardia di finanza hanno maturato, evidentemente, un’idea diversa e l’Agenzia delle entrate non se l’è sentita di dare seguito a quell’intesa che, secondo la magistratura, non andava bene». Parlando con l’Ansa, Bandecchi fa capire di non aver avuto alternative, in termini di sostenibilità economica, per evitare i licenziamenti: «Avremmo dovuto per forza portare le televisioni dell’Università Niccolò Cusano al di fuori delle attività universitarie e, per questo, abbiamo iniziato a fare ciò che va fatto: intanto 250 persone vanno a fare gli agricoltori. Evidentemente la magistratura è convinta delle sue carte e lo vedremo. Questi sono i primi 250 e quando l’operazione sarà finita, spariranno parecchie professionalità. Giusto giovedì Unicusano ha risolto un problema giudiziario analogo emerso nel 2009, e sono passati quindici anni. Se questo è il modo in cui vanno le cose in questo Paese… siamo messi bene».
La solidarietà dei colleghi
Ai giornalisti che hanno perso il posto di lavoro stanno iniziando ad arrivare le manifestazioni di solidarietà dei colleghi. «Questi due progetti editoriali, unici nel loro genere, hanno garantito per anni non solo un servizio d’informazione di qualità, ma anche un’opportunità di formazione concreta per centinaia di studenti», afferma Maurizio Pizzuto, presidente dell’associazione Giornalisti 2.0. «Questa chiusura non è solo un dramma per i lavoratori e le loro famiglie, ma un segnale preoccupante per il nostro settore. In un contesto già fragile come quello dell’editoria e del giornalismo, la perdita di due realtà così innovative e strategiche ci richiama tutti a una riflessione sulla necessità di tutelare il pluralismo dell’informazione e le professionalità a esso legate. Non possiamo accettare che un patrimonio umano e professionale venga disperso con tale facilità. Rivolgiamo un appello anche al mondo accademico e imprenditoriale affinché si possa esplorare ogni strada possibile per dare continuità a progetti di questo tipo».