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Femminicidio Giulia Cecchettin, il padre Gino: «Perdonare Turetta? Mi ci vorrà del tempo, ma non lo escludo»

06 Dicembre 2024 - 23:47 Alba Romano
gino cecchettin perdono turetta
gino cecchettin perdono turetta
Il padre della 22enne durante la trasmissione "Quarto grado": «La pressione vissuta da Giulia era stalking»

«Ci vorrà del tempo, ma potrebbe essere una tappa». Lo ha detto Gino Cecchettin durante la trasmissione Quarto Grado, rispondendo alla domanda sulla giustizia riparativa e un futuro confronto con Filippo Turetta, il femminicida di sua figlia Giulia. «Nel momento in cui il percorso viene fatto da entrambi, nel modo giusto – continua -. Quindi ci deve essere chiaramente un perdono sincero, e un percorso riabilitativo di un certo tipo. Immagino ci voglia del tempo, perché si arrivi a questo, ma io non lo escludo, ecco», ha detto Cecchettin, aggiungendo: «Filippo dovrebbe, probabilmente, aiutare a capire il fenomeno che l’ha portato a fare quello che ha fatto. Così potrebbe aiutare chi, come lui, è in quella condizione», conclude. Turetta è stato condannato in primo grado alla pena dell’ergastolo dalla Corte di Assise di Venezia, che ha riconosciuto soltanto l’aggravante della premeditazione. E proprio sull’esclusione dello stalking (e della crudeltà) è intervenuto il padre di Giulia, dopo che nei giorni scorsi si era esposta anche la sorella Elena Cecchettin che aveva definito il non riconoscimento dell’atto persecutorio «una mancanza di rispetto». «Non possiamo sapere che cosa ha attraversato Giulia – ha ribadito il padre su Retequattro -. Una pressione di presenza, sia sui social che reale, è da considerarsi stalking – precisa -. Perché quando arrivano centinaia, se non migliaia, di messaggi al giorno, te lo ritrovi di fronte alla fermata dell’autobus. Sicuramente Giulia non deve aver attraversato dei momenti felici. Poi, sul fatto che non avesse paura, non lo possiamo dire solo perché sia uscita quel giorno lì». E poi ancora: «Magari Giulia quando vedeva Filippo tranquillo non aveva paura. Poi quando mandava migliaia di messaggi, in quel caso lì, magari si preoccupava», conclude.

Foto copertina: ANSA / Riccardo Antimiani | Gino Cecchettin durante l’evento organizzato alla Camera il 25 novembre 2024

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