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Francia, il governo cade ma lo spread diminuisce: perché i mercati si fidano di Macron

06 Dicembre 2024 - 13:05 Mariangela Pira
La fragilità dell'esecutivo di Parigi poteva spaventare Borse e investitori, ma dopo il discorso del presidente alla nazione il differenziale di rendimento con i titoli tedeschi è sceso di 10 punti

Il giorno dopo il discorso di Emmanuel Macron lo spread francese rispetto a quello tedesco è calato di ben dieci punti. Vale la pena ricordare subito che si tratta della differenza di rendimento tra il titolo decennale OAT e il Bund. Più questa differenza è ampia più è percepito il rischio di un Paese. Un po’ come quando il rendimento del Btp si allontanava dal titolo di stato tedesco: il termometro di sfiducia saliva. Oggi tuttavia è come se il mercato non vedesse più la destabilizzazione percepita fino a solo una settimana fa, quando il livello sfiorava i 90 punti, sui massimi dal 2012 e in piena crisi greca. «Gli investitori si fidano di Macron e pensano possa risolvere il problema. È una sorta di scommessa e quanto accade oggi ben lo racconta», afferma Angelo Drusiani, di Ersel Wealth Management e tra i maggiori esperti del settore obbligazionario. «Siamo in un mercato in cui anche le tensioni, a guardarle bene, possono diventare opportunità. Sebbene buona parte dell’OAT francese sia detenuta da investitori non francesi, tra questi ci sono anche investitori, quali Banche centrali e investitori istituzionali extra europei, che apprezzano quel tipo di esposizione perché porta diversificazione remunerativa e di alto rating al di fuori dei confini domestici, ed in particolare all’Area dell’euro», spiega Fabio Fois, responsabile Investment & Advisory di Anima SGR. Come dire, in questo contesto, rendimenti un po’ più alti possono rappresentare opportunità di acquisto.

La crisi in Francia e le decisioni della Bce

«La denuncia di Macron contro il complotto dell’estrema destra e sinistra», gli fa eco Claudia Segre, presidente della Global Thinking Foundation, «sembra abbia convinto i mercati: tenuto conto che tecnicamente le elezioni non si possono fare sino al prossimo luglio, pensano che per allora troverà una soluzione plausibile». Per Segre, ad approfittare di questo sono Italia e Spagna che riducono nettamente il loro spread. «Sebbene restino tensioni politiche, è difficile che queste ultime possano diventare una tematica sistemica a livello Europeo», continua Fois che, date le premesse che hanno portato all’attuale volatilità politica domestica francese, ritiene che un eventuale e ulteriore allargamento dello spread possa rappresentare anche un’occasione per molti investitori. La Francia del resto rimane un Paese chiave nel progetto europeo, con ampia gravitas e peso politico irrinunciabile. Non da ultimo, il presidente Macron, grande sostenitore del progetto europeo, anche nel discorso di ieri non cambia musica: continua a ribadire la volontà di rimanere saldamente al suo posto, mentre la Banca Centrale Europea ha già iniziato un ciclo di allentamento dei tassi che sembra destinato a continuare anche l’anno prossimo. Sui mercati infatti le cattive notizie spesso diventano buone notizie. Con l’economia che arranca e tensioni politiche come quelle francesi non c’è da festeggiare ma l’aspetto positivo è proprio Lagarde che, vista la situazione, potrebbe proseguire con decisione a tagliare i tassi.

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