«Lo Stagista», l’allenatore di volley Massimo Eccheli: «Il mio segreto? Includere gli atleti nelle decisioni» – Il podcast
«Dicono spesso che il ruolo dell’allenatore sia gestire il caos, per me invece meno caos c’è meglio è. Così ci si focalizza sulle cose davvero importanti». Massimo Ecchelli, allenatore della Vero Volley Monza, ci tiene a distaccarsi dal sentire comune. Un po’ come ha fatto per tutta la sua carriera, evitando finché ha potuto la calca dei grandi palcoscenici sportivi e preferendo invece le retrovie. In particolare quelle delle giovanili, con annessi non pochi “scontri” con i genitori: «Hanno ambizioni, vedono il loro figlio proiettato in situazioni ancora non realizzate. Ma questo spesso incide sulla tranquillità del ragazzo», ha detto durante la settima puntata del podcast audio e video Lo Stagista di Filippo Grondona, prodotto da Faro Entertainment e SBAM Noisy Ideas in media partnership con Open. La puntata sarà disponibile su tutte le principali piattaforme audio e in video su Spotify e sul profilo YouTube di Filippo Grondona a partire da venerdì 6 dicembre 2024.
La chiamata
Anche se nascosto dietro le quinte, a fine 2020 arriva la chiamata della Vero Volley: «Sono uscito dalle mie sicurezze e dalle mie serenità, ma era un treno che passa una volta sola». Prima di arrivare fino alla massima lega di volley maschile in Italia, per Massimo Eccheli allenare era quasi come hobby. «Lavoravo in una comunità che si occupa di riabilitazione di pazienti psichiatrici, occupandomi di attività motorie. Poi, nel pomeriggio e la sera, allenavo», ha raccontato. Il contatto con i giovani, anche se di alto livello, lo ha aiutato a plasmare un metodo tutto suo: «Rendere più partecipi i giocatori nella gestione del lavoro settimanale in palestra, avere dei loro feedback senza imporre le cose dall’alto». Una boccata di aria fresca per una squadra che, all’arrivo di Eccheli, era in piena crisi. Da quel momento, in 5 anni la Vero Volley ha toccato vette mai raggiunte, tra cui la triplice finale di SuperLega, Coppa Italia e Challenge Cup. Tutte perse, ma in questo gli allenatori – si sa – sono un po’ fatalisti: «Alla fine vince chi gioca bene, difficilmente si vince giocando male». Dalla promozione improvvisa la sua vita ora è quasi esclusivamente volley, gli amici e il tempo libero – eccetto lo strettamente necessario – sono relegati ai mesi in cui il campionato non si gioca.Un piccolo «interregno per respirare» prima di rientrare nel frullatore della SuperLega.